Dal Piemonte un grido: “Vino con l’acqua alla gola, fate presto”

Dal Piemonte un grido: “Vino con l’acqua alla gola, fate presto”

Per coltivare un ettaro di vigna da noi servono 600 ore di lavoro all’anno, in altre realtà ne bastano 50″. Questo il grido di dolore lanciato da Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, intervenuto alla videoconferenza sulla grave cirsi attraversata dal settore vinicolo in seguito allpemergenzza Coronavirus. “Apprezziamo l’impegno della Regione nell’affrontare l’emergenza che si è creata nel comparto vitivinicolo, ribadendo la necessità di decisioni rapide, per poter mettere in atto tutte le iniziative necessarie nei tempi utili“. Servono azioni coordinate, dalla distillazione di crisi alla vendemmia verde, fino alla promozione, per salvaguardare le specificità di un territorio che produce oltre il 90% dei vini a denominazione di origine controllata e controllata e garantita.

Durante la videoconferenza la Regione ha illustrato le proposte del Ministero delle Politiche agricole, che puntano ad attivare bandi a livello nazionale per la distillazione di crisi, ma soltanto per i vini da tavola, e per la riduzione delle rese di uva in vista della prossima vendemmia, destinando a queste iniziative risorse per 150 milioni di euro.

Si tratta di uno stanziamento insufficiente per la gravità del momento – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – che ben difficilmente riuscirà a tonificare il mercato“.

L’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il vicepresidente Fabio Carosso hanno annunciato che la Regione interverrà con un contributo finanziario aggiuntivo di circa 4 milioni di euro, da destinare sia all’incremento del contributo nazionale sulla distillazione, destinato ai vini doc e docg a condizione che l’operazione sia praticabile, sia attivando una misura strutturale per favorire lo stoccaggio dei vini da invecchiamento.

Quasi 4 cantine italiane su 10 (39%) registrano un deciso calo dell’attività con un pericoloso allarme liquidità che mette a rischio il futuro del vino italiano dal quale nascono opportunità di occupazione per 1,3 milioni di persone, dalla vigna al bicchiere. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’.

“In Piemonte abbiamo già quantificato perdite fino all’80% tra export e Ho.Re.Ca fermi, in particolare i nostri vini pregiati hanno subito un grave danno perché consumati, soprattutto, in ristoranti ed alberghi di livello – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. Iva agevolata e un credito di imposta per i crediti inesigibili derivanti dalla crisi Covid -19 sono alcune delle proposte formulate da Coldiretti che è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti. Serve, però, anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione. La nostra Organizzazione ha presentato al Governo il piano salva vigneti: per il Piemonte in gioco c’è la sopravvivenza di 14 mila imprese con oltre 43 mila ettari di superficie vitata e una produzione di 2,5 milioni di ettolitri”.

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