Avvisi ai naviganti: per il riso coperta corta e molte criticità

Avvisi ai naviganti: per il riso coperta corta e molte criticità

di Paolo Guttardi

PSR per il riso sotto esame

Gli Stati Generali del Riso hanno incontrato l’assessore regionale Giorgio Ferrero, in merito all’attuazione del PSR piemontese, per fare il punto sulla (scarsa) adesione da parte delle aziende risicole al Bando sulla Misura 4.1 (ammodernamento delle aziende) e in vista dell’apertura del Bando per le nuove domande sulla azioni agro-climatico-ambientali (Misura 10, nelle sue varie declinazioni); apertura prevista per la fine del mese di marzo e scadenza al 15 maggio 2016.

Numerose le criticità evidenziate dalle parti, non solo da parte delle organizzazioni agricole, ma anche dagli stessi uffici regionali, i quali hanno evidenziato le regole imposte dalla Commissione europea e soprattutto una coperta finanziaria che è comunque sempre corta. E’ emerso così una impostazione della politica agricola (regionale ? Europea ?) che non è certamente disegnata sulle attese e le esigenze delle imprese risicole. La risaia, insomma deve essere sempre più ecocompatibile e certificata.

PAI semplificazione atto secondo

Prosegue il percorso avviato dal Ministero delle Politiche agricole verso la semplificazione del sistema dell’assicurazione agevolata, sotto l’egida del PSRN “gestione del rischio”, soprattutto a livello di compilazione dei Piani assicurativi individuali (PAI). Con DM dell’8 marzo 2016, che fa seguito alla Circolare ministeriale del 3 marzo, è previsto che il PAI riporti solo il prodotto, l’intervento, la soglia e la superficie da assicurare. Mentre le varietà e i prezzi saranno contenute nel certificato assicurativo. Inoltre, nel caso in cui la quantità assicurata riportata in polizza è superiore a quella riportata nel PAI (resa media aziendale), ai fini della determinazione della spesa ammessa a contributo si utilizza quella inferiore riportata nel PAI e quindi senza subire penalizzazioni.

Export agroalimentare

Nonostante le notizie sui pericoli delle importazioni incontrollate di prodotti agroalimentari alla nostra agrocoltura figurino un giorno sì e uno no sui mass media, la realtà delle cifre è diversa. Lo evidenzia il Centro Studi di Confagricoltura.

Negli ultimi anni il deficit della bilancia dell’agro-food è sicuramente migliorato riducendosi da oltre 10 miliardi di euro a meno di 6 miliardi di euro lo scorso anno. Ciò deriva da un netto miglioramento delle partite di scambio dei prodotti trasformati, che per la prima volta mostrano un saldo attivo, e ad un peggioramento invece del saldo import-export dei prodotti agricoli. E questo in un anno in cui le esportazioni agricole sono cresciute di oltre l’11%.
Dobbiamo quindi prestare attenzione, sottolinea Confagricoltura, al  comparto agricolo. Ad esempio favorendo l’export delle nostre eccellenze, sviluppando l’export di prodotti alimentari trasformati in maniera da coinvolgere in questa crescita l’utilizzo di materie prime nazionali e riducendo l’import di prodotti agricoli.
Un ruolo decisivo, infine, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati avranno le iniziative di promozione del Made in Italy agroalimentare e di contrasto alla contraffazione e alla imitazione dei prodotti italiani, recentemente avviate dal governo e sostenute da Confagricoltura già in occasione di Expo 2015.

 

 

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