Avvisi ai naviganti: verso una riforma della riforma Pac

Avvisi ai naviganti: verso una riforma della riforma Pac

di Paolo Guttardi 

I nodi della Pac e l’aiuto accoppiato

Quest’anno i nodi sono venuti al pettine. Dopo i ritardi di avvio, con la Pac 2014-2020 a regime e migliaia di aziende ancora in attesa dei pagamenti, ci si rende conto dell’estrema complessità della macchina che è stata messa in piedi. Il compromesso trovato a Bruxelles nel 2013 è stato poi reso più intricato dalle decisioni degli Stati membri, in un sistema di varianti, eccezioni, deroghe. E così da più parti si parla della riforma delle riforma. Tra le ipotesi c’è una Pac che miri a stabilizzare i prezzi e i redditi agricoli, Intanto il Mipaaf  (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) ipotizzato alcune modifiche all’attuale regime dei pagamenti accoppiati con un occhio di riguardo per il settore latte e la carne bovina e conseguentemente, un aumento del plafond finanziario, oggi fissato all’11 % del massimale nazionale.

A causa delle difficoltà di ordine politico ed amministrativo non ci sarebbe spazio per la modifica al sostegno accoppiato per il riso, verso la preferenza alle varietà indica, come richiesto dall’AIRI e, seppure con diverse sfumature, dalle Organizzazioni agricole.

La prelazione per lo IAP

Il “Collegato agricolo”, definitivamente approvato dal Senato, all’art. 1 – comma 3 – ha superato un altro steccato storico, attribuendo anche all’imprenditore agricolo professionale (IAP) iscritto alla previdenza agricola, proprietario dei terreni confinanti con il fondo posto in vendita, il diritto di prelazione, finora riservato al coltivatore diretto, e “purchè sullo stesso non siano insediati mezzadri, coloni, affittuari, compartecipanti o enfiteuti coltivatori diretti”.

In pratica lo IAP viene così equiparato al coltivatore diretto. La prelazione dell’imprenditore agricolo professionale non è perà riconosciuta nel caso in cui lo stesso IAP sia soltanto affittuario del fondo posto in vendita.

Filiera cercasifotoavvisi

Potrebbe essere il PSR a dare una spinta verso i progetti di filiera. La Giunta Regionale piemontese ha approvato i criteri per l’emanazione del bando “agroindustria” a valere nella Misura 4.2.1 per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. La sottomisura ha una dotazione di 38 mlioni di euro e prevede la concessione di contributi del 40 % ai progetti approvati

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