Avvisi ai naviganti: cinghiali, piccioni e la beffa dei risarcimenti

Avvisi ai naviganti: cinghiali, piccioni e la beffa dei risarcimenti

di Paolo Guttardi

Stormi di piccioni “ripuliscono” le risaie
Cresce la preoccupazione degli agricoltori per i danni causati dalla fauna selvatica alle colture. Ai cinghiali, ai ghiri, ai caprioli e alle nutrie (queste ultime provocano gravi danni agli argini dei canali irrigui) si sono aggiunti, in questi giorni, i piccioni inselvatichiti.
Gli animali, muovendosi in stormi, composti da centinaia di soggetti, si alimentano del risone coltivato che si trova in una fase di maturazione, ripulendo dei chicchi intere striscie di risaia, causando danni per il mancato raccolto. Il tutto a prescindere dalle implicazioni di carattere igienico e sanitario, essendo noto che questi animali sono portatori di parassiti e malattie e, con il loro guano, sono causa di degrado delle strutture aziendali. Confagricoltura ha sollecitato gli enti competenti ad adottare gli opportuni accorgimenti di profilassi e allontanamento/contenimento di questi animali. Non vorremmo, dicono i risicoltori, come estrema misura chiedere l’aiuto ai falconieri.
Intanto al danno, si aggiungono le beffe. Con una recente delibera (del 31 luglio 2015) la Regione Piemonte ha stabilito che il ristoro dei danni alle colture agricole causati dalla fauna selvatica ( se e quando pagato..) rientra tra gli aiuti di Stato erogati in regime di de minimis. Questo significa che i risarcimenti eventualmente corrisposti alle aziende agricole devono essere contenuti all’interno di un tetto massimo di 15.000 euro per tre esercizi finanziari.
Una decisione che ha già provocato la protesta di Confagricoltura che si appresta ad impugnare la delibera dinnanzi al TAR.

PSR, difficoltà per il compost
Si allungano i tempi per l’approvazione da parte della Commissione europea del PSR 2015-2020. La Regione Piemonte sta provvedendo, in stretta collaborazione con i Servizi della Commissione Ue, a predisporre i testi definitivi. Quindi per i Bandi se ne parlerà a novembre (per gli ottimisti) o a marzo 2016, per i pessimisti.
In questo modo gli agricoltori piemontesi hanno perso 6 mesi di tempo per fare investimenti e innovazioni o per adottare le misure agroambientali “virtuose”. In questo scenario c’è una preoccupazione ulteriore e che riguarda la misura di incentivazione verso l’utilizzazione del compost (azione 17.1 – Misura 10.1), già prevista anche nel precedente periodo di programmazione 2007-2013.
In risaia infatti il periodo utile per la distribuzione del compost è principalmente l’autunno, sia per motivi logistici che di corretta mineralizzazione della sostanza organica. Per questo è stato chiesto alla Regione Piemonte che, nelle more dell’approvazione del nuovo PSR vengano considerati validi – ai fini degli adempimenti per la prima annualità di impegno (che sarà presumibilmente il 2016) – anche gli acquisti e gli spandimenti di compost effettuati nel prossimo autunno 2015.

Le chimere del biologico
C’è un tesoretto dietro al bio, un settore che vale tre miliardi di euro e che sarà destinatario di contributi pubblici, da qui al 2020, per 1,5 miliardi di euro. Lo ha annunciato il ministro delle Politiche Agricole all’Expo. Il BIO, da nicchia, si candida a “Nutrire il Pianeta”, a rispondere ad una domanda mondiale di cibo in crescita. Peccato che da Federbio arriva la notizia che il riso, cereale essenziale per l’alimentazione umana, coltivato in modo biologico produce il 33 % in meno rispetto a quello convenzionale.

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