Attenti alla Pink Lady, la mela che insidia le nostre Igp

Attenti alla Pink Lady, la mela che insidia le nostre Igp

di Enrico Villa

pinkokI grandi mezzi italiani di informazione contengono da qualche tempo vistosamente un invito, in genere utilizzato per la moda, nei bar e in cucina per i cocktail: incominciate a consumare la Pink Lady, mela rossa selezionata in Australia dal 1973 e, a causa della globalizzazione, assieme ai frutti esotici approdata in Europa alcuni anni dopo. Gli specialisti di comunicazione assieme alla Pink Lady hanno anche coniato uno slogan: la mela che coltiva i suoi valori, contenuti vistosamente nel frutto. E che da anni è accaduto per i dolciumi (vedere i baci Perugina) il messaggio al consumatore della mela è anche contraddistinto da un invitante cuore con la spiegazione: Molto più di una mela.

Il pomo di antica memoria

L’irruzione nel mondo dei mass media di una sollecitazione ai consumatori non consueta per gli alimentari ha sorpreso, non soltanto gli esperti di marketing e di comunicazione. Questo è segno che nel vivere quotidiano il logo di una mela può benissimo essere accoppiato con il nostro modo di vestire nonché con il nostro tempo libero. Del resto, il personaggio mela è antico come la storia, protagonista della religione monoteista occidentale, della mitologia greca e romana, ultimamente della tecnologia che con i computer ha condizionato il mondo. Ma le vicende storiche del globo richiamano altre circostanze, puntualmente citate dagli esperti: il pomo, miniera di sostanze benefiche per l’umanità, si mise in evidenza sia nell’alto e nel basso Medioevo. Oltre a diffondere i cereali, base della nostra dieta come il grano e il riso, i conventuali europei riservarono molta attenzione alle mele. E il frutto nei secoli successivi è diventato un baluardo della frutticoltura tanto che esso, secondo gli storici, è diventato molto importane anche da un punto di vista economico nel ‘700 italiano e in diversi paesi del vecchio continente.

Un oggetto di cult

La comparsa insistita della mela del cuore che coltiva i suoi valori, ha stimolato sotto diversi aspetti l’universo complesso delle mele, così presente nei trattati di dietologia e di alimentazione nonché di alta pasticceria. La realtà economica degli ultimi anni conferma questa tendenza. In Italia, ogni anno si producono e commerciano circa 80 milioni di tonnellate di diverse varietà di mele, quasi l’80% delle produzioni europee anche proveniente da Germania, Austria, Repubblica Ceca. Negli ultimi ventenni del Novecento, la potenzialità economica delle mele imboccò la strada della valorizzazione in Tirolo, Trentino-Alto Adige, Valtellina, Emilia-Romagna, Toscana. Piemonte. E anche con il sostegno della CEE i produttori ottennero diversi IGP con i quali fregiano il loro lavoro. Alcuni IGP hanno indotto i titolari ad uscire dal solco angusto della informazione alimentare, trasformando la mela in oggetto di cult, spingendosi ad accoppiarla ad altri articoli merceologici. In questo, i più bravi sono stati i circa diecimila titolari di aziende frutticole dell’Alto Adige i quali hanno consolidato marchi fortunati: melinda e via elencando.

Le esperienze positive fino ad ora conseguite in Italia e la comparsa decisa della Pink Lady nell’universo frastagliato del marketing, hanno indotto numerosi autori anche a guardare con attenzione ad alcuni aspetti dei piani di sviluppo rurale, già approvati dalla Regione Piemonte e con validità fino al 2020. Infatti, come anche è ribadito nell’inserto del mensile Agricoltura del Piemonte, disponibili per i prossimi bandi nella primavera del 2016 saranno oltre un milione di Euro: 471 di provenienza dall’Unione Europea, più 622 milioni di cofinanziamento italiano e regionale, più 27 milioni di Euro dalle casse della Regione Piemonte. I finanziamenti dovranno facilitare il raggiungimento di sei obiettivi generali: conoscenze e innovazioni; rilancio della competitività delle aziende agricole; organizzazione delle filiere agricole; difesa degli ecosistemi; tutela e sviluppo dell’energia; inclusione sociale. Almeno tre obbiettivi, se raggiunti, consentiranno l’attuazione di piani per rintuzzare economicamente e anche da un punto di vista del marketing l’aggressività della Pink Lady e del cuore della mela australiana, reso così accattivante agli occhi del consumatore medio italiano.

La battaglia è appena agli inizi

In Piemonte, regione adatta alla produzione di mele di qualità si suppone che la Pink Lady intenda vincere la battaglia prima di tutto con l’lGP Mela Rossa Cuneo, servendosi di accoppiamenti non consueti con la moda, le auto, i cocktail. Anche la Mela Rossa Cuneo è in possesso di qualità per non perdere una guerra, specialmente combattuta nella grande distribuzione da messaggi e accoppiamenti con soggetti della modernità nel nostro modo di vivere. Infatti le Red Delicious, le Gala, le Fuji, le Braeburn, altrettante sfaccettature della Mela Rossa Cuneo, coltivata a 800/1000 metri, sono in grado di offrire caratteristiche nutrizionali sulle quali insistono gli uomini della Pink Lady australiana. Sono caratteristiche in fatto di nutrizione in grado di battere gli accoppiamenti fino ad ora in Italia scarsamente consueti con una mela. Un robusto aiuto potrà venire dalla applicazione moderna di norme e finanziamenti dei nuovi piani di sviluppo rurale.

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