Alt al riso “tossico” che preme alle frontiere

di Gianfranco Quaglia

C’è una valanga di riso “tossico” che preme alle frontiere dell’Europa. Cerca di “bucare” la fitta e severa maglia di una rete di protezione denominata Rasf (Rapid Alert System Food and Feed). Traduzione: il Sistema europeo di allerta rapida che rileva anomalie e tossicità nei cibi e mangimi in ingresso nell’area UE. Le sentinelle di questo organismo, con base nei principali porti e aeroporti, monitora ogni giorno le derrate alimentari provenienti da paesi extraeuropei per verificare che non contengano sostanze vietate dalle regole stabilite da Bruxelles. Uno “scudo” corazzato e rigoroso a difesa dei consumatori.

Ebbene, uno degli alimenti più a rischio è il riso in arrivo soprattutto dai paesi meno avanzati, in particolare dal Sudest asiatico. Insomma, dall’area che punta più direttamente all’Europa, mercato ricettivo in espansione anche per la presenza di molti extracomunitari il cui piatto principe è proprio il riso. Ogni settimana il portale di Ente Nazionale Risi pubblica le notifiche dell’allerta rilevate. I risultati sono sorprendenti e allarmanti. A cominciare da una delle varietà più note nel mondo, molto ricercate dalle ultime generazioni: il Basmati. Coltivato in Pakistan e in India, questo riso aromatico che arriva nei supermercati europei porta con sé tutta una serie di residui di principi attivi contenuti in diserbanti chimici, antiparassitari e altri agrofarmaci messi al bando dalle autorità sanitarie europee. Oppure superiori ai limiti consentiti. Alcuni sforano i livelli di guardia per i metalli pesanti (arsenico e cadmio). Non solo pesticidi: qualche volta si trovano insetti, schegge di vetro. L’elenco delle partite di riso che ogni settimana sono bloccate alle frontiere offre un campionario significativo. Ecco alcuni esempi: dalla Svezia una notifica di allarme per la presenza di Triciclazolo, Carbendazim, Chlorpyriphos in riso aromatico proveniente dal Bangladesh; respinte alla frontiera della Francia confezioni di Basmati dall’India contenente Imidacloprid, Thiamethoxam e Triciclazolo. Formulati e principi attivi sconosciuti ai non addetti ai lavori, tutti in quantità eccedenti i limiti consentiti. Il Triciclazolo è il più rilevato, come dimostra un altro monitoraggio di pochi giorni fa eseguito in Germania, in Olanda e in Francia. Dalla Finlandia, invece, è stata inviata una notifica per presenza di Bromide (bromuro) in riso per porridge di origine sconosciuta. Altri “sforamenti” riguardano la presenza di Aflatossine in farina di riso classificata come biologica e commercializzata in Olanda. 

 

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