AlpMed, la piccola Europa che può far bene all’agricoltura

AlpMed, la piccola Europa che può far bene all’agricoltura

 

di Enrico Villa

La piccola Europa va dalla Corsica alla Sardegna, comprendendo Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria nonché le confinanti Province Alpes Code d’Azur e Rhone-Alpes. In questa grande area l’agroalimentare, come del resto il turismo, occupano una posizione di rilievo. Vino, formaggi e latte, ortaggi sottratti alla minaccia dei fitofarmaci, floricoltura che va dalla Liguria alle pianure di Arles investite in grandi e coloratissime piantagioni di lavanda. Il tutto con un denominatore comune avente l’obbiettivo di un grande miglioramento continuo: l’ambiente sulle coste del mare, nelle zone di montagna frontaliere e nelle valli del Rodano dove, tuttavia, esistono centrali nucleari che un po’ fanno paura a Piemonte e Liguria in cui, comunque, l’energia continua ad essere in primo piano per l’industria.

142 mila chilometri quadrati

A Santo Stefano al Mare, in provincia di Imperia, mercoledì 30 marzo ha avuto luogo l’assemblea generale delle unioni regionali delle Camere di Commercio dell’Euroregione AlpMed che, rispetto al passato, ha superato la frantumazione territoriale, mettendo le basi autentiche per lucrare i fondi strutturali, messi a disposizione dall’Unione Europea nel periodo 2014-2020. In parte essi comprendono anche i piani di sviluppo rurale, di competenza delle amministrazioni regionali. La precedente assemblea si era svolta giovedì 22 ottobre 2015, promossa ed organizzata dalla Camera di Commercio di Bastia e dell’alta Corsica. In un comunicato ufficiale, diramato dall’Unione delle Camere di Commercio Piemontesi, presiedute dal cuneese Ferruccio Dardanello anche presidente dell’ Euroregione AlpMed, sono state ribadite le capacità economiche e sociali di questa importante area, una piccola Europa che avrà sempre più il compito di collaborare fattivamente con Bruxelles e con l’Unione Europea. Ecco i dati di maggior rilievo ai fini del possibile sviluppo dove avranno una importanza sempre maggiore il latte, l’allevamento del bestiame, i formaggi prodotti dalla Sardegna alla Corsica, le serre di fiori, la cucina territoriale che si intreccia con il turismo: “142 mila kilometri quadrati, 20 milioni di abitanti con un livello superiore di alimentazione, 2 milioni di imprese fra le quali importanti quelle agroalimentari, Pil di 550 miliardi di Euro, import-export di 106 miliardi di euro annui”. Il contesto è gestito da 36 Camere di Commercio, fra le quali quelle di Vercelli, Biella e Novara, assai importanti per il riso, a sua volta il più importante in tutta l’Europa Comunitaria. Le città di riferimento sono Torino, Genova, Lione, Marsiglia, Aosta, più gli importanti centri disseminati nelle diverse zone in Italia e Francia meridionale. “Si tratta di un territorio – commentano all’Unione delle Camere di Commercio piemontesi – che possiede una straordinaria varietà di eccellenze nel campo industriale, appunto in quello agroalimentare e nella ricettività turistica, e che ha impostato il proprio modello di sviluppo su una forte protezione internazionale, sulla qualità di prodotti e servizi e della ricerca innovativa. In un documento, il 12 settembre 2014 il “blocco economico e sociale” AlpMed, operativamente presente con suoi uffici a Bruxelles in Rue du Trone, si è articolato organizzativamente in questi termini: 1)crescita economica e innovazione: 2)connettività e mobilità; 3)sostenibilità ambientale ed energetica. Il fine generale sarà la collaborazione di 48 regioni di sette paesi attraversati dalle Alpi, corrispondenti ad Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia, Liechtenstein, Svizzera. In proposito, il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello commenta: “L’Europa ci offre grandi operatività di crescita, che dobbiamo essere in grado di intercettare per rispondere alle richieste delle nostre imprese”.

Favorire i prodotti del territorio

Più localmente, l’AlpMed avrà forza se si riferirà direttamente a prodotti del territorio: nel nostro caso al vino, al riso e ad un formaggio tipico come il gorgonzola, che riguarderà 20 milioni di consumatori in Italia e Francia. Il novarese Paolo Ravellotti, già presidente della Camera di Commercio di Novara, adesso coordinatore nella giunta camerale per quanto riguarda l’agricoltura, osserva: “Apparteniamo a un’area geografica ed economica dalle grandi potenzialità: l’obiettivo a cui puntiamo è passare dal livello delle possibilità a quello delle opportunità concrete, a cominciare dal fronte della infrastrutture e del turismo, in modo da promuovere lo sviluppo delle nostre imprese non solo a livello locale, ma anche nell’ambito di una realtà tranfrontaliera che possiede tutti i numeri per porsi come interlocutore diretto della Commissione Europea”.

In concreto, l’assemblea di Santo Stefano al Mare del 30 marzo scorso ha impostato un “Piano di attività 2016”, cui anche si riferiscono Ferruccio Dardanello e Paolo Ravellotti. Quando all’inizio degli anni Duemila l’AlpMed era solo una idea alquanto indistinta, pochi credevano che avrebbe avuto un seguito. Però nel 2007 l’AlpMed fu rilanciata e, adesso, si vogliono creare tutte le carte in regola per trasformarla nell’arco di volta di una grande regione dove si producono riso, formaggi, ortaggi biologici in espansione e fiori capaci di valida concorrenza con il Nord del Continente nell’ambito dell’Europa Comunitaria la quale conta oltre 550 milioni di consumatori. fondi-europei

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