Acqua al centro, una partita da vincere (fotogallery)

Acqua al centro, una partita da vincere (fotogallery)

 

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di Gianfranco Quaglia

«Sei mesi l’anno viviamo il dramma della siccità, gli altri sei quello dell’acqua e della morte». Queste parole, pronunciate da Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi (Associazione nazionale Consorzi gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue) fotografano la situazione del Paese Italia che finora non è stato in grado di risolvere il problema legato alla difesa del suolo. «Negli ultimi due anni abbiamo vissuto 36 stati d’emergenza dovuto alle calamità, occorre un cambio di rotta».

Sotto accusa non deve essere l’acqua, ma l’uso che nse ne fa. A Expo, dove questi concetti sono stati ribaditi, l’acqua almeno per una volta non è corsa al piano creando disastri, ma è salita in cattedra. Per ricordare che «il cibo è irriguo», come è stato sottolineato dal titolo del convegno organizzato dall’Anbi per mettere a confronto esperti e istituzioni, sfatare stereotipi e invocare un’attenzione più concreta sull’equazione agircoltura uguale difesa del territorio.

Di seguito alcuni degli interventi e degli argomenti significativi emersi durante la due giorni.

Francesco Vincenzi: «A questa Europa stancachiediamo un cambio di passo. Non abbiamo bisogno di un’Europa che metta in discussione l’irrigaizone dei Paesi mediterranei. Dobbiamo dire la nostra, se non esistesse il sistema deicanali e l’acqua l’Italia non sarebbe il Paese ai vertici per biodiversità. E vogliamo ricodare che l’agricoltura non spreza l’acqua, ma la utilizza: l’84% dell’agroalimentare è irriguo. Con Irriframe, il sistema da npi messo a punto, risparimiamo sino al 25% dell’acqua».

Viviana Beccalossi, assessore Territorio: «La Lombardia sul tema dell’acqua vanta una tradizione millenaria. Nei giorniscorsi il console olandese è venuto da noi a chiederci come gestiamo le nostre acque».

Cesare Mirabelli, presidente emerito Corte Costituzionale: «I consorzi irrigui gestiscono una rete di 200 mila chilometri quadrati. Non è la difesa di una cittadella, ma del loro ruolo».

Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti: «L’acqua non è solo una quesitone agricola, ma sempre di più è centrale nella politica del Paese. Pensareche aree cariche d’acqua come la Pianura Padana vadano in difficoltà deve farci riflettere».

Paolo De Castro, parlamentare europeo e ex ministro Politiche Agricole: «C’è una maggiore consapevolezza sui consorzi di bonifica, ma dobbiamo essere più protagonisti».

Claudio Gandolfi (Dipartimento scienze agrarie e ambientali Unimi): «Il primo modo per rispamrinare acqua è la consapevolezza di quanto se ne usa. No a soluzioni a taglia unica, ma disartoria e non da grande magazzino. L’impronta idrica deveavere un concetto territoriale».

Angelo Zucchi, capo segreteria ministro Politiche Agricole: «Dobiamo sapere quant’acqua consumiamo e quanta ne restituiamo alle falde. Determinante il ruolo della risaia: se tutta l’acqua utilizzata la lasciassimo scorrere andrebe direttamente al mare».

Alessandro Folli, presidnete Anbi Lombardia: «Oggi il 70%dell’acqua irrigua è pagata dia consorzi irrigui e dagli agricoltori, questo dobbiamo spiegare ai cittadini».

Giovanni Legnini, vicepresidente Consiglio superiore della Magistratura: «Acqua e legalità sono elementi essenziali per garantire il futuro del Paese».

Vittorio Viora (presidente Anbi Piemonte): «Sta emergendo una nuova visione dei consumi irrigui, questo è dovuto alla serietà dei nostri consorzi e a una rete irrigua che fa invidia a mezza Europa».

Michele Pisante, commissario Cra-Inea: «Occore rendere irrigui i nostri oliveti per aumentare la produzione. Non è possibile che solo il 6,6% della superficie sia irrigata. Avanti di questo passo cisarà i lrischio di trovare oliveti in Svizzera, non più in Italia».

Roberto Scanavino, presidente Cia: «Dobbiamo considare l’abbandono dell’agricoltura, uno degli esmepi è rappresentato dalla situazione a monte di Genova. Abbiamo bisogno di ricorrere a tutto ciò che la ricerca può metterci a disposizione».

Simona Caselli, assessore agricoltura Emilia-Romagna: «L’agricoltura non consuma acqua, ma la trasforma per dare cibo».

Giorgio Ferrero, assessore agricoltura Piemonte: «C’è un’immagine nuova, quella dei consorzi è un sistema che funziona, ha dato più soddisfazioni che grattacapi».

Giuseppe Pan, assessore agricoltura Veneto: «I consorzi di bonifica del Veneto distribuiscono annualmente all’agricoltura 5 miliardi di metri cubi d’acqua, necessari all’irrigazione di 600 mila ettari. Il loro ruolo è insostituibile».

Ettore Prandini, presidente Coldiretti Lombardia: «Bene i bacini idrici in montagna, ma ci auguriamo che l’uso idroelettrico non prevalga su quello agricolo».

Massimo Gargano, direttore generale Anbi: «Dobbiamo intervenirxe con progetti strutturali sullo spopolamento, soprattutto in montagna. Non si può pensare di risolvere il problema eiducendo il tutto alla vendita di un vasetto di miele.Il green act può essere una grande occasione di sviluppo».

Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente: «Dobbiamo prendere atto che i cambiamejti climatici sono una realtà, per qusto abbamo raggiunto un accordo europeo per la riduzione del 40 per cento di Co2 entro il 2030. Tutto ciò comporta il cambio di una politica ambientale e agricola, il nostro modo di vivere. Agricoltura e consorzi di bonifica saranno gli attori principali, chi non parteciperà a questo cambiamento nonsarà competitivo. Il futuro deiconsorzi? quelli che vanno male rischiano di vanificare il ruolo di quelli virtuosi».

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