A Milano il G8 del riso per farsi sentire a Bruxelles

di Gianfranco Quaglia

Politica agricola comune, ricadute sull’Europa della politica di Trump, scarsa attenzione alla food security, ma soprattutto concessioni uni e bilaterali ai Paesi concorrenti. C’è un vasto repertorio da mettere sul tavolo per gli Stati Generali della risicoltura. Sarà un G-rice, il G8 del riso quello convocato il 20 febbraio a Milano, con la partecipazione di produttori, trasformatori, rappresentanti delle organizzazioni agricole e delle istituzioni di otto Paesi Ue: Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Ungheria, Bulgaria, Romania. I leader del riso che da qualche anno sono costretti a fronteggiare, con scarsi risultati, l’arrivo di una valanga di prodotto dal Sudest asiatico. Sin qui non sono valsi le proteste e i tentativi, in particolare da parte italiana, di chiedere a Bruxelles l’applicazione della cosiddetta clausola di salvaguardia. Al contrario si sono intensificati gli accordi fra L’Ue e i PMA, i cosiddetti paesi meno avanzati che beneficiano di clausole doganali facilitate, in alte parole non pagano dazio. L’importazione massiccia di riso dall’Asia sta mettendo in crisi la nostra risicoltura, con uno stravolgimento dei prezzi che si riflette sui redditi delle aziende. E’ la prima volta che tutti i produttori si riuniscono insieme. La riscossa potrebbe partire proprio da Milano. Pochi giorni fa, anche al tavolo agroalimentare che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo economico, presenti il sottosegretario Scalfarotto e il viceministro dell’Agricoltura, Andrea Olivero, il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, ha evidenziato la grave situazione attraversata dal settore. Le organizzazioni agricole hanno sollecitato urgenti soluzioni per ridare vita al mercato, chiedendo di mettere a disposizioni importanti risorse finanziarie per attuare una promozione di grande impatto in tuta l’Ue a favore del riso Made in Italy. Intanto il Ministero dello Sviluppo economico ha comunicato di voler organizzare un incontro a Roma tra la filiera riso e la Commissione europea per discutere il problema dell’import dai PMA.

Qualcosa si muove mentre la risaia s’infiamma. I risicoltori non escludono azioni di protesta.

You must be logged in to post a comment Login