ColtivaTO, agricoltura di oggi oppure quella di una volta?

di Gianfranco Quaglia

Preferite farvi cavare un dente da un dentista di una volta (con i macchinari del tempo che fu) o da uno moderno (con le moderne attrezzature)? La risposta è implicita. Infatti “nessuno di noi esiterebbe”. Così l’incipit di ColtivaTO, il festival internazionale dell’agricoltura di Torino, in programma dal 31 marzo al 2 aprile. Ancora: preferite invece il cibo prodotto da un contadino di una volta, o da uno moderno? Qui la risposta non è scontata, magari molti di noi preferiscono il cibo di ieri.

Ecco, l’enunciazione introduce più facce di un mondo poco conosciuto e al tempo stesso imprescindibile. La professoressa Lodovica Gullino, ricercatrice e punto di riferimento nella lotta alla malattie delle piante, spiega l’idea di questo Festival, il primo sotto la Mole: “Attraverso talk e dibattiti cercheremo di raccontare l’agricoltura, non quella ideale, immaginata, bucolica, ma quella reale, che si avvale di nuove tecnologie, quella che si articola in un nuovo campo da gioco: otto miliardi di persone, che saranno dieci, forse undici, nel 2100. Per continuare a giocare è necessario diminuire i costi e aumentare la produzuione. Trovare soluzioni nnovative, anche per coniugare al meglio qualità e quantità. Dunque, affinché ci sia cibo per tutti, è importante che ci sia terra e innovazione per tutti”.

Queste le premesse di una “tre giorni” durante la quale saranno forniti numeri, si parlerà del cambiamento climatico e dell’impatto sulle coltivazioni. Ma non sarà soltanto una fotografia dell’esistente: ColtivaTO si propone anche di avanzare proposte e indicare soluzioni.

 

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