Novara-Milano: nasce la prima banca dei tessuti neoplastici

Novara-Milano: nasce la prima banca dei tessuti neoplastici

Nasce la prima banca italiana dei tessuti neoplastici del sistema nervoso centcrale, con un “ponte” costruito tra Novara e Milano. Si tratta della biobanca dei tumori cerebrali in Italia, che avrà il suo centro in uno dei siti di eccellenza a livello europeo nelle ricerca e cura: l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, con la struttura di neurochirurgia diretta dal professor Pietro Mortini. Ad avvicinare al territorio di Novara la nuova struttura è la collaborazione instaurata con l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Maggiore della Carità”, attraverso la struttura di anatomia patologia diretta dal professor Renzo Boldorini e quella di neurochirurgia diretta dal dottor Gabriele Panzarasa.

La nascita della Tissue Bank è stata presentata nella sede della Banca Popolare di Novara dal presidente di Fondazione Bpn per il Tereritorio, avvocato Franco Zanetta. “Abbiamo sempre rivolto particolare attenzione al settore della sanità. Dal 2002 a oggi la Fondazione ha erogato 56 milioni di euro e di questi 10 alla sanità. Non ha quindi avuto esituazioni quando uno studioso novarese, il dottor Federico Roncaroli, neuropatologo nel Regno Unito, Clinical Reader all’Università di Manchester e direttore della Manchester Brain Bank (banca dei tessuti cerebrali) ha proposto di sostenere la creazione anche in italia di una apposita struttura in grado di mettere a disposizione della ricerca tessuti provenienti da pazienti in cura per patologie tumorali al cervello”.

Mortini: “Novara e Milano lavoreranno insieme, accumuleremo tessuti per avere a disposizione la biobanca”. Roncaroli: “I tumori cerebrali rappresentano il 10 per cento, ma sono anche la più alta causa di morte per i giovani tra i 10 e i 14 anni. Vogliamo istituire un sistema in tegrto, che abbia come fulvcro Novarfa-Milano ma far rete con altre realtà olspedaliere universitarie”. Boldorini: “Lo scopo è quello di studiare i tessuti per identificre la mutazione dei geni, le alterazioni e sviluppare farmaci mirati”. Panzarasa: “Questo progetto consentirà di conservare nella bio-banca reperti per favorire nuove ricerche terapeutiche e nuovi farmaci”.

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