“Torna l’import di riso da Myanmar e Cambogia, Bruxelles non ci ascolta”

“Torna l’import di riso da Myanmar e Cambogia, Bruxelles non ci ascolta”

Era prevedibile. Caduta a gennaio la clausola di salvaguardia che per due anni aveva impedito di esportare liberamente a dazio zero riso in Europa, da Cambogia e Myanmar è ripreso il flusso del cereale dal Sudest asiatico a prezzi concorrenziali: un aumento del 56 per cento rispetto allo stesso periodo della campagna precedente (24.500 tonnellate soltanto in Italia).
Per questo il presidente di Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, è intervenuto con una lettera inoltrata ai ministri Patuanelli, Di Maio e al sottosegretario Centinaio, con la quale evidenzia forti preoccupazioni a proposito dei colloqui a Bruxelles tra la Commissione e le delegazioni incaricate di modificare il regolamento SPG (Sistema preferenze generalizzate).
“Il quarto Forum sul settore del riso europeo – dice Carrà – aveva individuato, tra le priorità, che nell’ambito della revisione del regolamento sulle Preferenze Generalizzate venissero inclusi i dati patiti dalla parte agricola, che nessun accordo commerciale dovesse essere intrapreso con chi viola i diritti umani. Inoltre chiedevamo un nuovo automatismo per far scattare la clausola di salvaguardia anche nei confronti dei paesi EBA”.
L’acronimo sta per “Everything but arms” e consente di esportare in Europa tutto (tranne le armi) fruendo del beneficio del dazio zero o ridotto. In questa formula rientrava anche il riso, prima che venisse stoppato per due anni con l’adozione della clausola. “purtroppo ancora una volta – continua Carrà – assistiamo alla solita miopia della Commissione, supporti anche da alcuni paesi del Nord Europa, nel non voler affrontare in modo completo il problema della importazioni a dazio zero dai paesi EBA. La Commissione, pur trovandosi di fronte al fatto compiuto della violazione dei diritti umani che ha determinato sanzioni da parte della Commissione stessa, e alla difficoltà di applicazione dell’attuale meccanismo automatico della clausola, ritiene di non inserire gli EBA tra quelli ai quali possa venire applicata la clausola di salvaguardia”.
Nella lettera ai ministri e al sottosegretario si sottolinea come la proposta di riforma della clausola riguarderà esclusivamente il riso provenienti dai PMA (Paesi meno avanzati) e non anche dai paesi EBA. “Quindi l’effetto che si avrà sarà praticamente nullo”.
Carrò poi evidenzia “il contrasto, ormai consolidato, tra i paesi del Nord Europa, inclini al commercio e a investire in paesi che hanno dimostrato scarsa attenzione ai diritti delle popolazioni locali, e i paesi mediterranei che da sempre producono prodotti di qualità, vanto della stessa Unione Europea”.
Proprio la violazione dei diritti umani, sotto gli occhi di tutto il mondo per quanto avvenuto in particolare in Myanmar, era stata dirimente e decisiva nel convincere Bruxelles ad adottare la clausola di salvaguardia, in quanto le concessioni “tax free” in realtà sono sempre andate a beneficio di quei regimi, delle multinazionali, dei grandi esportatori. E non della popolazione,Carrà Paolo Agromagazine

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