Se il nero avanza nella terra dei canguri fa bene al nostro riso

di Gianfranco Quaglia

L’annuncio, pubblicato sul portale dell’Ente Nazionale Risi, a prima vista suona come un normale avviso: “L’ufficio di Sydney dell’Italian Agency informa che un operatore australiano, Euro Pantry, specializzato in prodotti di altissima qualità e fornitore dei migliori ristoranti di Sydney e Melbourne, è alla ricerca di fornitori italiani di riso nero. Per quanto riguarda i quantitativi non si tratta di grossi volumi, ma è essenziale che i prodotti siano di alta o altissima qualità”.

In realtà il senso e il significato della notizia vanno ben oltre: il Made in Italy apprezzato e ricercato in Australia da uno dei dei più noti centri di scelta e smistamento del food europeo, in particolare quello italiano. Basta entrare nella home page di Euro Pantry  per rendersi conto dell’attenzione nei confronti dell’Italian Food: crema ai funghi porcini con tartufo bianco, salsa tartufata, tagliatelline, aceto balsamico. Il riso nero rappresenta un altro tassello di questa dispensa che punta sull’eccellenza per soddisfare una clientela di altissima fascia. L’Italia, in questo settore, con il Venere e l’Artemide, svetta nella classifica della qualità. E si spalanca una finestra sul mondo del riso italiano, attraversato dalla crisi. Il nostro Paese è pari allo 0,38 per cento della produzione mondiale, pertanto non può competere con gli “over the top” del riso, Cina e India. Ma deve puntare sulle sue peculiarità, alcune delle quali rappresentate proprio da varietà pigmentate, uniche nel loro genere, diverse da tutte le altre coltivate in altri Paesi. E’ un’indicazione forte quella che arriva dalla terra dei canguri e di cui i nostri risicoltori dovrebbero tenere conto: puntare sulla qualità e la diversità per aggirare crisi e crollo dei prezzi. Insomma, se il nero avanza fa bene al nostro riso.

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