Samurai contro cimice. Una guerra orientale Nei cieli di casa nostra

di Gianfranco Quaglia

C’è una guerra che la scienza sta combattendo su più fronti, misurandosi con un nemico in apparenza invisibile, in realtà micidiale, invasivo, devastante. L’esercito invasore è formato da milioni di “alieni” che arrivano a distruggere le nostre coltivazioni sottoforma di insetti sino a ieri sconosciuti. Il 2020 potrebbe essere l’anno decisivo o quantomeno significativo per contrastarli. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, apparso sul fronte dell’agricoltura, si chiama cimice marmorata (o asiatica). Nel 2019 ha decimato centinaia di noccioleti in Piemonte, arrecando gravi danni ai coricoltori. Contro questo parassita l’Università di Torino sta sperimentando rimedi naturali, primo fra tutti i parassitoidi: altri insetti antagonisti mirati a contrastare la cimice. Il nemico giurato potrebbe essere l cosiddetta vespa samurai (Trisolcus japonicus) che però deve essere ancora testata in laboratorio prima di una distribuzione in campo, per evitare che turbi gli equilibri dei nostri agrosistemi.

E allora si pensa anche al metodo del “controllo simbiotico”: Ce lo spiega Fabrizio Bullano, tecnico della Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Alessandria: le neanidi di cimice, cioè gli insetti non ancora sviluppati, per poter evolversi devono nutrirsi di un liquido lasciato accanto alle uova della femmina che le ha deposte e che contiene un batterio indispensabile alla vita futura. Ebbene, con un prodotto battericida sarebbe possibile annullare l’effetto del liquido materno e impedire la crescita delle future cimici. Se la vespa samurai non potrà ingaggiare il duello, forse questa seconda alternativa potrebbe contenere il flagello. Ma è ancora tutto da provare.

 

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