“Riso in asciutta, raccolti a rischio”

“Riso in asciutta, raccolti a rischio”

Anbi risaia2Anbi risaia3Parla di “sconsiderate scelte agronomiche che minacciano l’equilibrio idraulico di un territorio futuro patrimonio Unesco”. E’ duro Francesco Vincenzi, presidente nazionale Anbi (Associazione dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue) e punta il dito contro le pratiche del riso seminato in asciutta, o a file interrate, ormai diffusa nel Novarese, Vercellese e Lomellina. “Tutto come previsto e ripetutamente denunciato – prosegue – nell’area a cavallo fra Piemonte Lombardia la progressiva riduzione della semina tradizionale in sommersione non sta consentendo la ricarica della falda, con la conseguente, ridotta riattivazione dei fontanili a valle. Il patrimonio agricolo e ambientale è minacciato dalla crescente diffusione della nuova tecnica. Chiediamo che queste scelte e miopi tesi ambientaliste non pregiudichino un territorio”.

Vincenzi fa eco alla presa di posizione di Associazione Irrigua Est Sesia, che con il direttore Mario Fossati e il presidente Giuseppe Caresana ha convocato gli esponenti delle rappresentanze agricole di Novara, Vercelli e Pavia. Scopo dell’incontro è stato quello di analizzare le azioni atte a mitigare e contrastare la grave situazione di carenza idrica che sta colpendo l’intero comprensorio, dove soltanto il 10-15 per cento della risaia è ancora coltivato con la sommersione. “Questa tendenza – dice l’ingegner Fossati – non sta consentendo il ricarico della falda. In questi giorni, nonostante gli imbocchi dei canali siano a pieno regime, si evidenziano gravi ed estese situazioni di carenza idrica localizzate soprattutto nella parte Sud del comprensorio (con punte oltre il 70 %). Per compensare la situazione aggravatasi rapidamente in pochi giorni con l’aumento delle richieste si è resa necessaria l’adozione di forti riduzioni idriche (circa il 35%). I problemi sono destinati ad aumentare, in assenza di provvidenziali precipitazioni, nel momento in cui la sommersione delle risaie seminate in asciutta coincide con la prima bagnatura del mais. Questa concomitanza determina inevitabili criticità, causando danni che possono arrivare anche alla perdita dei raccolti come non avveniva dagli anni 70 del secolo scorso”.

“Lo diciamo da tempo: è riduttivo considerare il riso solo come una coltivazione idroesigente. Le risaie sono un delicato elemento equilibratore dell’assetto idraulico. Non a caso sono considerate dighe in orizzontale, poiché trattengono l’acqua, permettendo il ravvenamento delle falde, ma sono anche un esempio di sostenibilità circolare, perché la stessa risorsa viene utilizzata più volte nel suo scorrere verso valle” aggiunge Massimo Gargano, direttore Anbi.Anbi risaia

You must be logged in to post a comment Login