“Questo è il Cheese della transizione ecologica”

“Questo è il Cheese della transizione ecologica”

cheese1cheese2cheese3cheese4cheese6cheese7«Quello che comincia oggi è il primo Cheese della transizione ecologica». Così Carlo Petrini, presidente di Slow Food, che ha inaugurato ufficialmente la 13esima edizione della più importante manifestazione internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo e ai latticini, a Bra (CN) da venerdì 17 fino a lunedì 20 settembre. «La transizione ecologica rappresenta una nuova fase storica – ha aggiunto Petrini -. Così come tre secoli fa iniziava la rivoluzione industriale, oggi siamo all’alba di una nuova era nella quale abbiamo capito che le risorse non sono infinite, perciò occorre imboccare un’altra strada. In questa fase storica, Cheese rappresenta un messaggio: quello secondo cui occorrono nuove forme di produzione e consumo, perché quelle adottate finora ci hanno portato al disastro ambientale. E noi diciamo che il benessere animale è uno degli elementi della transizione ecologica che non possiamo più rimandare».
Sul palco, insieme al fondatore dell’associazione della Chiocciola e al sindaco di Bra Gianni Fogliato, Fabiana Dadone, ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa e l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi.
«Viviamo in un mondo globalizzato, sono le piccole azioni quotidiane che possono cambiare il mondo intero» ha deto il ministro Fabiana Dadone.
Protopapa ha sottolineato che Cheese propone le eccellenze lattiero casearie frutto del lavoro attento di tutta la filiera, a partire dai produttori e dai pastori d’alpeggio, e dal benessere animale. Questo riporta all’importanza della tracciabilità e dell’etichettatura, tematiche che la Regione Piemonte continua a portare avanti a livello nazionale con lo scopo di difendere anche il prezzo dei prodotti di qualità e la tradizione.
Per Icardi cibo e salute vanno a braccetto: “Esiste già un tavolo di lavoro su questi temi, ma oggi tutto ciò non è più sufficiente: occorre prendere in considerazione anche altri aspetti, quelli ambientali e quelli che riguardano la sostenibilità. Per questa ragione, si sta lavorando sulla multidisciplinarietà dei controlli di sicurezza sugli alimenti: l’obiettivo è creare una filiera di eccellenza”.
Il sindaco di Bra: «Con determinazione e un grandissimo lavoro di squadra, da subito ci siamo trovati uniti nella volontà di far sì che Cheese potesse essere anche quest’anno occasione di relazione, conoscenza e crescita, da vivere guardandoci negli occhi, nelle vie e nelle piazze della nostra Bra”.
Consegnati i Premi Resistenza Casearia
Il passaggio più emozionante della cerimonia d’inaugurazione è stato quello della consegna dei Premi Resistenza Casearia, condotta dalla presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini: «È un momento significativo perché rende protagoniste alcune storie notevoli – ha spiegato Nappini -. Dietro al nostro evento ci sono le persone e i loro animali, ed è emozionante poterli raccontare».
La consegna è stata l’occasione per ricordare Agitu Ideo Gudeta, allevatrice, casara e contadina di origine etiope uccisa il 29 dicembre del 2020 nella sua abitazione di Frassilongo, nella valle dei Mocheni, una ventina di chilometri a est di Trento. Da quest’anno uno dei riconoscimenti di Resistenza Casearia è intitolato proprio a lei, che lo vinse nel 2015: «Una grande amica di Slow Food» l’ha ricordata Nappini annunciando che, proprio in onore di Agitu e del suo impegno, d’ora in poi il primo Premio Resistenza Casearia sarà dedicato a una donna in suo ricordo.
Sei, in totale, i premi assegnati.
Angela Saba, produttrice del Presidio del pecorino a latte crudo della Maremma, in Toscana, si è aggiudicata il premio Agitu Ideo Gudeta.
A Renato Gortani, 74enne produttore del Presidio del Çuç di mont (Friuli Venezia Giulia), è andato invece il premio assegnato a un anziano casaro/pastore/allevatore, punto di riferimento e custode di un sapere antico trasmesso alle nuove generazioni.
Walter Dragu, produttore del Presidio del Mishavinë, in Albania, è stato invece insignito del premio a un giovane casaro/pastore/allevatore che ha scelto di vivere in montagna e continuare a produrre e allevare, nel solco della tradizione.
È di origine indiana, invece, Daljit Singh, vincitore del premio riservato a un produttore straniero, un migrante, che pratica in Italia l’arte casearia o l’allevamento.
Francese l’allevatore che si è adoperato per la salvaguardia di una razza autoctona a rischio di estinzione: è François Borel, allevatore di capre del Rove e produttore del Presidio della brousse du Rove (Francia), presidente del Groupement de producteurs de Brousse du Rove AOP.
L’ultimo premio, quello destinato a un attivista che abbia condotto battaglie importanti per i valori della resistenza casearia, è andato infine a Paolo Ciapparelli, del Presidio dello Storico Ribelle e del furmàcc del féen (Lombardia):cheese8

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