Progetto Life helpsoil: come salvare la grande spugna

Progetto Life helpsoil: come salvare la grande spugna

helpsoildi Enrico Villa 

A maggio, a Mosca, gli scienziati russi hanno dedicato un convegno alla grande area della Pianura Padana, da Ovest ad Est, e comprendente diverse regioni italiane, di fatto diventata una gigantesca spugna per poter assorbire carbonio diffuso nell’atmosfera e per risparmiare tanta acqua preziosa. Successivamente, il 24 giugno a Torrazzo Coste (Pavia) gli scienziati di tutta Europa, sotto gli auspici di cinque regioni della padania, nonché di alcune istituzioni continentali, hanno dato vita ad una conferenza di medio termine sulla agricoltura conservativa, sul miglioramento dei suoli, sulla riduzione dei costi produttivi come connubio e meta possibile per utilizzare al meglio il terreno disponibile, sfruttandolo secondo le regole dell’agricoltura di precisione.

Primi furono gli olandesi

Ma, prima ancora, a prendere visione della gigantesca spugna della Pianura Padana,,sono venuti in Italia gli idraulici e agronomi olandesi, maestri fin dal Rinascimento, dello sfruttamento del suolo sottratto al mare, e quelli francesi che, in grandi aree, hanno saputo trasformare il terreno in fabbriche per la produzione di alimenti. A Vercelli, questa agenda che nel 2015 ha riguardato decine di migliaia di ettari aggrediti da ogni parte dalle inarrestabili colate di cemento armato,è stata aperta da un vertice, promosso dalla Regione Piemonte, alla 38esima Fiera in Campo (28,29 febbraio, 1 marzo, curata a Caresanablot dall’Anga, Associazione giovani agricoltori) con questo titolo specifico anche riguardante gli altri eventi: il progetto Life Helpsoil, finanziato dall’Unione Europea. Il progetto, avviato il primo luglio 2013, si concluderà il 30 luglio 2017 ed è destinato ad influenzare i bandi 2014/2020 dei piani di sviluppo rurale in attesa di approvazione definitiva della Comunità Europea. E queste, in sintesi, le linee progettuali del Life Helpsoil: migliorare i suoli e l’adattamento al cambiamento climatico attraverso tecniche sostenibili di agricoltura conservativa. In altre parole: anche l’area produttiva della Pianura Padana, da Ovest e a Est, condizionata dal fiume Po e dai suoi affluenti, per dare produzioni accettabili non deve più essere violentata come, in genere, sta ancora accadendo. E, di fatto, capofila la Regione Lombardia, si sono associati per far decollare il progetto, la Regione Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto Agricoltura, C.R.A. con il cofinanziamento di Khun Italia costruttrice di macchine per rendere più duttile e produttivo il terreno. A fianco dei promotori riuniti in cartello operativo, le Università di Milano, Piacenza, Padova, Torino, l’Ersap regionale lombarda e diverse altre istituzioni tecnico-scientifiche. Gli obiettivi da conseguire entro il 2017, operando in venti aziendesperimentali messe a disposizione dal mondo agricolo della Pianura Padana, secondo le linee del progetto Life Helsoil,sono i seguenti: minore consumo di energia e combustibili; minori costi di meccanizzazione; aumento della sostanza organica nei suoli con conseguente aumento della fertilità degli stessi; maggiore efficienza di mezzi tecnici; aumento della biodiversità; minore erosione; minore compattamento e incrostamento del terreno nel lungo periodo.

Assorbimento di carbonio

Su tutti gli obbiettivi, ugualmente preminenti, almeno tre o quattro nella grande spugna fra Est ed Ovest sollecitano le riflessioni e le ricerche degli scienziati impegnati nel progetto Life Helpsoil: l’assorbimento nel suolo di carbonio, responsabile di squilibri atmosferici, che dovrebbero garantire l’eliminazione annuale fra 0,2 e 0,7 tonnellate per ettaro; la tutela effettiva della biodiversità senza la quale ogni terreno va incontro a progressivi e gravi squilibri; il risparmio di acqua di irrigazione, essenziale per le coltivazioni, anche ricordata insistentemente da Papa Francesco nella sua ultima enciclica Laudato Si. Negli studi e nei rilievi attuati dal 2013, trova inoltre spazio la coltivazione del riso: nel quinquennio, almeno alternanza di tre diverse coltivazioni; attuazione delle coltivazioni a sovescio; maggiore cura del suolo e degli argini, eventualmente con sommersione delle camere a riso invernali fino a 60 giorni dopo il raccolto il cereale.

Un miliardo di tonnellate in più

Questi indirizzi, in maniera generica, o più precisa, sono emersi nell’ultima assemblea dell’ Oma (Organizzazione mondiale degli agricoltori) svoltasi recentemente a Milano. Sostanzialmente, con le stesse superfici di suolo entro il 2050 il bisogno di alimenti aumenterà di circa il 60%. E ha osservato Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, un miliardo di tonnellate di cereali in più e 200 milioni di tonnellate in più di carne che devono essere a disposizione degli abitanti/consumatori del pianeta da qui a 35 anni. Questa grande, indispensabile meta, sempre secondo Mario Guidi, si conseguirà con l’80% dell’aumento delle rese produttive e il 10% dell’aumento della maggior resa delle superfici produttive. Sicuramente il 10% in più dipenderà da quello che, in effetti, fino al 2017 e negli anni seguenti riuscirà, in concreto, a concludere il progetto UE e interregionale Life Helpsoil.

 

 

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