“Nuovo modello culturale non una fiera del cibo”

“Nuovo modello culturale non una fiera del cibo”

IMGP1509«Non dovrà essere una grande fiera del cibo, ma l’occasione per riflettere sui modelli produttivi e la capacità di nutrire il pianeta». Mino Taricco, componente la Commissione Agricoltura della Camera, parla così di Expo, intervenendo al convegno organizzato a Ghemme «Dalle terre della Bassa Sesia a Expo 2015».
«Dobbiamo interrogarci su quale modello di agricoltura vogliamo domani, sul livello immorale di spreco del cibo. Le generazioni che ci hanno preceduto avevano una capacità di risposta alimentare partendo dal niente. Penso sempre alla patata: esistono almeno venti modi per cucinarla».
Con Taricco, già assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, si sono confrontati altri esponenti del mondo agricolo, economico e politico: a cominciare dall’on. Franca Biondelli, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali; Stefania Grandinetti, presidente di Terranostra (Coldiretti) Piemonte che ha sostenuto la necessità di considerare «Expo non solo come una vetrina».
La capacità attrattiva del territorio sarà una delle carte da giocare. Maria Rosa Fagnoni, presidente dell’Azienda Turistica Locale di Novara, sta concretizzando progetti e proposte: «Si chiama ‘’tra vigne e sapori’’ l’itinerario enoturistico che vuole valorizzare le colline novaresi. Hanno aderito 24 Comuni, sarà un esempio pilota in Piemonte. Vogliamo poi replicarlo anche nella bassa Novarese, in mezzo alle risaie».
Paolo Rovellotti, presidente Camera Commercio Novara: «Ci stiamo attrezzando per essere pronti. Attraverso Esplora, un organismo che farà da tramite, le aziende interessate potranno essere presenti al grande evento». Giancarlo Ramella, direttore Coldiretti Novara e Verbano Cusio Ossola: «Expo sarà l’occasione per spronare il mondo agricolo a interrogarsi sui cambiamenti in atto. Un esempio? Oggi il produttore di riso si è reso conto che 300 ettari non bastano più per sopravvivere, concetti consolidata sino a pochi anni fa ormai sono stravolti del mercato. Occorre spingere sul concetto di fare rete».

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