Nasce la strada del vino del Monferrato casalese (photogallery)

Nasce la strada del vino del Monferrato casalese (photogallery)

SAM_6333SAM_6331SAM_6332SAM_6334SAM_6336SAM_6340SAM_6341C’è una strada che non c’è, in realtà esiste già. Manca nel panorama dell’offerta piemontese, ma il presidente del Comitato Casale Monferrato capitale della Doc, le ha già trovato un nome: Strada del vino e dei sapori del Monferrato Casalese. Per presentarla hachiamato a raccolta nel castello della città, produttori, oepratori del vinicolo, appassionati di un territorio che può puntare molto in alto ed essere pià attrattivo di quanto non lo sia già. “I numeri – dice Desana – ci sono tutti: 207 tra cantine, vinerie, osterie, trattorie, b&b, ristoranti. Insomma, un sistema che può essere valorizzato”. Così come hanno sottolineato l’on. Lino Pettazzi e il sindaco Federico Riboldi: manca solo un coordinamento, siamo giò inseriti nell’area del ricomnsocimento Unesco. Beppe Giordano, presidente di Astesana (200 soci) ha racontato l’esperienza di nascita della strada astigiana che oggi calamita migliiaia di enoturisti: “Secondo un sondaggio di un’autorevole rivista il Piemonte nell’immaginario degli enoturisti di tutto il mondo oggi il Piemonte è la prima regione italiana da visitare. Non solo: il 60% dei turisti stranieri che vengono in italia compra prodotti agroalimentari. Noi dobbiamo tenere conto di questi numeri e del fatto che altre aree piemontesi, come le Langhe, sono romai sature, c’è bisogno di percorsi e nuovi spazi. Ecco perché il Casalese deve cogliere questo momento, ma è necessario prepararsi all’accoglienza: la formazione è indispensabile, nell’Astigiano abbiamo organizzato seminari di promoziomne e conoscenza dei nostri vini (con lezioni dedicate all’uso dei social e dei siti internet), su come rispondere a recensioni maldestre. Insomma, occorre saper comunicare, conoscere le lingue”.

L’esempio di Massimo Biloni, presidente della Strada del riso vercellese di qualità: “Siamo nati 2014, della Strada fanno parte agricoltori, ristoratori, Comuni, guide turistiche, scuole, musei, associazioni di categoria. Lo scopo è di promuovere la conoscenza del riso fra i consumatori e nei ristoranti, dove le varietà sono praticamente sconosciute, ma si parla genericamente di riso e basta”. E’ intervenuto anche Domenico Ravizza, presidente del Consorzio del grignolino. Alla fine Desana ha suonato la carica invitando tutti a contribuire all’inziativa: “Non dimentichiamo – ha detto – che questa è l’unica zona al mondo riso e vigneti, sfruttiamo questa carta”.

 

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