Naj Oleari, lo stilista che parla alle piante

di Gianfranco Quaglia

oleariProdurre di più, produrre meglio, produrre in modo ecosostenibile. Oppure lasciar crescere? Questo l’interrogativo che Angelo Naj Oleari si è posto alcuni anni fa e ha trovato una risposta facendone una ragione di vita: lasciar crescere.
Lui, nome importante nel firmamento della moda italiana (catena di negozi) ha abbracciato il concetto dell’agricoltura selvatica. Anzi, può essere definito il padre di questa filosofia che tende a non selezionare nulla, a non marginalizzare o distruggere ciò che la terra produce in modo naturale e che solo in apparenza non serve. «Tutto è finalizzato», questo il mantra di Angelo Naj Oleari, che dallo stile made in Italy è passato alla creazione dell’orto botanico a Milano, uno dei più bei giardini d’Italia. Siamo negli anni della «Milano da bere» e l’imprenditore milanese che si dà alla natura viene guardato con un certo sospetto, ma anche con rispetto e curiosità. Quel fazzoletto di verde di 15 ettari, il sito più grande al mondo per la coltivazione di peonie, in breve tempo è diventato cenacolo e fulcro per gli amanti del mondo vegetale, di una socialità trasversale che abbraccia ceti diversi. L’incrocio di interessi spontanei che animano i frequentatori fanno di questo centro un riferimento sicuro per incontri, scambi di opinioni, prodotti particolari e scuola di vita semplice.
Prima ancora che la città riscoprisse il piacere e la voglia di ruralità, la moda degli orti urbani che oggi fa tanto tendenza, Naj Oleari era stato innovatore con il suo anticonformismo, introducendo concetti e riflessioni sul modo di coltivare.
E oggi interroga tutti, con il suo ultimo libro «Armonia selvatica» in cui rievoca il periodo della sua infanzia in cui trovò rifugio nel mondo vegetale. La sua «Armonia selvatica» è anche l’ultimo appello a ua umanità distratta e sciupona. Fare agricoltura selvatica non significa soltanto sposare un’idea o una disciplina agronomica, ma riconsiderare tutto il nostro sistema. A riscoprire lo spirito di solidarietà e partecipazione con il mondo vegetale, a dialogare con le piante.

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