Mattarella: “Accademia Agricoltura di Torino punto nevralgico per il nostro Paese”

Mattarella: “Accademia Agricoltura di Torino punto nevralgico per il nostro Paese”

Accademia1Accademia3“Le Accademie non sono luoghi dove si conservano le reliquie del passato. Sono anche luoghi di ricerca, studi, applicazione per il futuro del nostro Paese…”: Reggia di Venaria, Cappella di Sant’Uberto, inaugurazione 240° Anno dell’Accademia di Agricoltura di Torino. Il Capo dello Stato ringrazia Sergio De Vecchi, presidente dell’Accademia, per la designazione a componente onorario e rivolge un saluto ufficiale, testimoniando con la sua presenza il significato e la preziosa attività svolta da questa istituzione, “punto nevralgico” per aver dato un “contributo decisivo al futuro del nostro Paese”. Cerimonia di alto profilo, con gli interventi di altri accademici: oltre a De Vecchi, i professori Marco Mezzalama, Giancarlo Isaia, Simone Orlandini (Scienze, Medicina, Unione Nazionale delle Accademie di scienze applicate all’agricoltura, all’alimentazione e all’ambiente). Prima il saluto introduttivo di Michele Briamonte (presidente Consorzio Residenze reali sabaude). A seguire l’introduzione di Paola Bonfante (Università di Torino), alla prolusione della senatrice a vita Paola Cattaneo. La nota ricercatrice ha tratto il tema “Scienza e agricoltura: la tradizione di oggi è l’innovazione di ieri”. “L’agricoltura – ha sottolineato – è l’attività che racchiude tutto nel rapporto tra uomo e mondo. La terra è palestra formidabile. In Italia è conservato l’aratro più antico del mondo (circa 6 mila anni fa) trovato nei pressi di Desenzano, sul lago di Garda”. Altri esempi di evoluzione realizzati dall’uomo: i terrazzamenti della Valtellina, i 40 mila chilometri di canali realizzati in Lombardia per irrigare 800 mila ettari. Una fatica disumana nei secoli. “Oggi siamo di fronte a nuovi problemi, primo fra tutti il timore per l’innovazione. Quando la scienza entra in ciò che mangiamo i pregiudizi dilagano. Si tratta di errori cognitivi che rappresentano un peso pesantissimo. Si pensi all’avversione agli Ogm vietati, nonostante il grido di dolore dei maiscoltori costretti a utilizzare insetticidi e rinunciare ai raccolti. Oggi importiamo oltre il 50 per cento dei mais, ci stiamo mangiando il valore. Assistiamo a una comunicazione terroristica e a un’imposizione assurda di divieti”.

Poi cita le Tea (Tecniche di evoluzione assistita) che ora consentono finalmente la sperimentazione. Le nuove tecniche genomiche hanno avuto il via libera. “Una brava ricercatrice – aggiunge – come Vittoria Brambilla di Milano ha ricevuto l’ok dal Ministero dell’Ambiente a piantare il suo riso in tre siti, uno anche in Piemonte”. Con le Tea dovrebbe nascere un riso più forte e resistente agli attacchi parassitari, senza alterare il patrimonio genetico.Academia2

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