L’agricoltura spinge Il “biopiemonte circolare”

L’agricoltura spinge Il “biopiemonte circolare”

Piemonte terra fertile per lo sviluppo della bioeconomia: al sistema agroalimentare si affianca un sistema industriale, della ricerca e dell’innovazione particolarmente ricco. La Regione ha messo in campo politiche e misure per sostenere la transizione verso questo modello di sviluppo: con la Strategia di Specializzazione intelligente (S3) nel periodo di programmazione dei fondi europei di sviluppo regionale (FESR) 2014-2020 è stata finanziata la Piattaforma Tecnologica Bioeconomia che ha costituito un unicum a livello europeo. Con questa piattaforma sono stati finanziati 9 grandi progetti per un totale di circa 60 milioni di euro di investimenti realizzati con un contributo regionale di circa 29 milioni. Nel 2023 sono state approvate le linee guida per supportare l’applicazione del regime dei sottoprodotti ed è stato attivato il “Gruppo di Lavoro Sottoprodotti” che coinvolge diverse associazioni di categoria. Un altro aspetto è la partecipazione al Tavolo Regioni-Cluster Nazionale Spring e la rappresentanza delle Regioni nel gruppo di Coordinamento nazionale per la Bioeconomia presso la Presidenza del Consiglio. Investimenti in progetti d’innovazione rivolti a imprese agricole sono stati finanziati anche con il contributo del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per un totale di 15 milioni di euro.

In un convegno che si è svolto nl Grattacielo Piemonte Ad introdurre sono intervenuti gli assessori regionali all’Ambiente, Matteo Marnati e all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa.

«Il tema della bioeconomia è particolarmente importante e lo è ancor di più in un contesto come l’attuale – ha affermato Matteo Marnati – Abbiamo visto come non solo l’aumento dei costi dell’energia ma anche dei materiali incidono sulla competitività delle imprese. Fondamentale, dunque, proseguire sulla strada della creazione delle filiere. Il settore agro alimentare e la costituzione delle miniere urbane, cioè il recupero dei rifiuti dalla raccolta differenziata, sono una miniera d’oro perché ci permettono di avere nuove materie prime, recuperandole dagli scarti delle varie produzioni”.

«L’economia biocircolare è un processo che coinvolge pienamente l’agricoltura, a partire dal risparmio delle risorse al riuso dei prodotti, all’utilizzo di energia pulita e quindi di biogas e biomasse, che a loro volta rimandano alla difesa dell’ambiente e della biodiversità, oggi temi di interesse globale. Il contributo della Regione su questi temi deriva anche dalla programmazione dello sviluppo rurale del Piemonte che prevede forti investimenti in innovazione e ricerca, in sinergia con gli istituti e l’Università, e puntano ad ottimizzare un percorso in cui l’agricoltura èbioeconomia circolare un punto di riferimento per l’aspetto alimentare e per la definizione di regole e strategie di coltivazione a vantaggio della sostenibilità», ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa

«Fare di più con meno: questa è la chiave della transizione e la bioeconomia circolare ne è un pilastro fondamentale – afferma Catia Bastioli, Presidente del Cluster della bioeconomia circolare Spring e amministratore delegato di Novamont – Significa ripensare produzione, utilizzo e fine vita dei bioprodotti, partendo dalla rigenerazione del suolo, dalle pratiche agricole, dall’applicazione di nuove tecnologie a scarti e sottoprodotti, senza sprecare nulla. Essenziali sono i progetti territoriali che, promuovendo l’innovazione partecipata, permettono di sperimentare su campo, connettendo concretamente economia, ambiente e comunità. Il Piemonte, in questa sfida, ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo strategico”.

«La Bioeconomia in Piemonte comprende un insieme di settori molto sfaccettato- ha affermato Angelo Robotto, direttore di Ires Piemonte- Per il suo sviluppo entrano in gioco fattori locali, sui quali possono incidere le politiche regionali che dispongono di importanti strumenti e risorse. Sono anche molto rilevanti i fattori esterni, in uno scenario in rapido mutamento. Pertanto, l’azione delle Regioni dovrà essere sostenuta da un adeguato coordinamento a livello nazionale e da una solida negoziazione a livello europeo. Per quanto riguarda le misure della Bioeconomia nella nostra regione il valore aggiunto in Piemonte si stima in 7,8 miliardi di euro, pari al 6,3% del valore aggiunto totale». «Il Piemonte – ha aggiunto – è la quinta regione in Italia dopo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana».

Al convegno sono intervenuti rappresentanti del mondo della ricerca e dell’innovazione, delle Associazioni di categoria agricole e industriali, che da un lato hanno illustrato le iniziative scientifiche e tecnologiche a supporto dello sviluppo del settore, e dall’altro i punti di vista su prospettive, e criticità, della bioeconomia per il sistema piemontese.

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