La risicoltura, un grande avvenire dietro le spalle

di Gianfranco Quaglia

La risicoltura, un grande avvenire dietro le spalle? E’ il titolo del convegno che si svolgerà a Novara lunedì 14 novembre, organizzato da Confagricoltura. Il titolo del libro di Vittorio Gassman questa volta è stata mutuata per celebrare un avvenimento, la fondazione dell’Ente Nazionale Risi, che compie 85 anni. Il massimo organismo italiano di tutela della risicoltura nacque proprio a Novara nel 1931, due anni dopo la grande crisi mondiale del ’29, e fu un novarese, l’allora senatore del Regno, Aldo Rossini, a intuirne la necessità. Le condizioni in cui maturò quell’iniziativa, a distanza di tempo, hanno una certa analogia con l’attualità: prezzi depressi, concorrenza straniera, aziende agricole in grossa difficoltà. Rossini individuò nell’Ente Risi un organismo in grado di rilanciare il settore, attraverso promozione e marketing, parole che allora erano praticamente sconosciute. La storia ci tramanda di un presidente rigoroso, che non tollerava violazioni allo statuto e e questo suo atteggiamento irreprensibile gli procurò non pochi nemici. Ci furono anche anonimi, oggi si direbbe corvi, che inviarono lettere a Benito Mussolini. Una, un po’ sgramaticata ma eloquente, recitava così: <Sono una camicia nera in partenza per l’Africa. Eccellenza, se Lei non distrugge questa società senza discutere noi fascisti siamo presto traditi. Il popolo fascista grida basta con questo Ente Risi che è la rovina del regime, Rossini era già contrario del fascismo fin dal ’22. Ora a tutti gli agricoltori sotto il suo dominio racconta frottole contro il regime e fanno rivolta contro di noi>.

Ma le frottole di Rossini portarono a un sistema garantista dei prezzi e a un’espansione della risicoltura italiana. Subito dopo la fondazione l’Ente si dotò di una cucina mobile inviata nel Sud Italia per promuovere la conoscenza del riso. Nel ’38 aveva già realizzato 47 magazzini, 42 essiccatoi, 12 posti ristoro per mondariso e dodici asili nido gratuiti per consentire alle mamme di lavorare nei campi. Ecco perché al titolo  <Un grande avvenire dietro le spalle?>, forse andrebbe tolto l’interrogativo.

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