La Pac che verrà: tagli ai sussidi e genuine farmer (agricoltori veri)

La Pac che verrà: tagli ai sussidi e genuine farmer (agricoltori veri)

di Enrico Villa

Negli anni la Pac ha cadenzato l’evoluzione dell’agricoltura nella Ue: dallo sforzo per aumentare alimenti carenti, al contenimento della produzione del cibo che intasava i mercati facendo crollare i prezzi. In una memoria sul sito del ministero delle Politiche Agricole e del Turismo è annotato: nel corso degli ultimi anni la Pac ha subito almeno cinque modifiche di rilievo, progressivamente tenendo conto dell’ambiente, dei giovani e di una vera organizzazione di mercato che anche finalmente abbia presente la effettiva gestione dei rischi.

In questo ultimo comparto, è preminente l’assicurazione contro la grandine e il maltempo un tempo non così accentuati che sta rovinando anche l’avvio della campagna delle pesche, più in generale della frutticoltura. Nell’elenco delle possibili future negatività va inserita la scarsità dell’acqua di cui le coltivazioni non possono fare a meno. Nei giorni scorsi la Regione Piemonte ha presentando un progetto il quale attenderà le osservazioni della agricoltura nonché delle istituzioni di bonifica e di gestione delle risorse idriche. Sarebbe poi utile ricordare che da tempo le categorie agricole rivendicano la realizzazione di manufatti con due funzioni principali: la garanzia sempre di acqua irrigua; e fattori di stabilizzazione dell’ambiente auspicato da tutte le parti, incominciando dagli incendi e dalle improvvise alluvioni.

Anche la nuova Pac, che dovrebbe essere applicata dal 2020 e negli anni seguenti, contiene possibilità di modifiche in dibattito in questo ultimo scorcio dell’anno 2018. Intanto, un condizionamento generale deriverà dall’esito della Brexit attualmente in dibattito a Londra che, a sua volta, influenzerà i bilanci comunitari su cui, alla fine, dovranno deliberare Consiglio e Parlamento della Comunità. In questo contesto del futuro comunitario non dovrà essere trascurata anche la circostanza delle elezioni europee in calendario nella primavera del 2019 con movimenti popolari in Italia, Spagna, Inghilterra e Scozia, Irlanda un tempo giudicaci ininfluenti. Su tutto rischia di pesare la recente questione dei dazi americani, apparentemente corretta sia dagli Usa che dalla Cee con un imprevisto accordo formale.

In ogni caso, l’attenzione massima sul futuro UE è stata testimoniata dalla compagine agricola italiana seguita puntualmente dall’europarlamentare Paolo De Castro. Infatti per rafforzare la scelta della Comunità rispetto ad altre opzioni, l’ultima assemblea di Confagricoltura si è svolta a Bruxelles. In quella circostanza Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura ha chiesto al governo due cose: strategia reale per il settore agricolo e correttivi al prezzo del grano fermo da anni, tuttavia in ebollizione a Parigi a causa del maltempo il quale ha ridotto o rovinato la qualità del raccolto. Nella stessa assemblea di Confagricoltura il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi e il presidente del’Europarlamento Antonio Tajani hanno prospettato la istituzione della web tax. Il ricavato dovrebbe consentirei investimenti in Africa ancor più regolando l’ ímmigrazione in Europa.

A parte il progetto della web tax, che ha suscitato subito forti polemiche, secondo la nuova Pac i suoi conti dovrebbero essere aggiustati, come fino dal 29 novembre scorso ha fatto notare il commissario alla agricoltura Phil Hogan. In Euro, il taglio del budget Pac dovrebbe essere del 5%, che in realtà per l’Italia dovrebbe essere di 365 miliardi di euro, a conti fatti del 30% passando da 400 mila euro rispetto al passato. In realtà – come commenta Coldiretti – il Parlamento Europeo arriverebbe ad un impatto reale di taglio del 15/20% in ogni Paese. A questa decurtazione si sono opposti Francia, Germania, i paesi dell’Est Europa comprendendo anche Danimarca e Svezia. Al più la riduzione dovrebbe alla fine essere contenuta nell’1,3%, in maniera che, pur con il taglio, l’equilibrio del bilancio comunitario rimanga tale.

Fra le modifiche importanti quella del vero agricoltore a Bruxelles chiamato genuine farmer il quale sia valutato in relazione al reddito, al valore effettivo della impresa, al suo vero ruolo sociale sul territorio. Le decurtazioni dovrebbero essere comprese fra i 60.000 euro e i 100.000 euro fra un taglio del 25% e del 100%. L’altra innovazione importante della Pac, con accenni contenuti anche nel decreto omnibus del ministero delle politiche agricole, potrebbe riguardare il riconoscimento a maggiori poteri allo Stato, quindi alle Regioni e al loro assessorati alla agricoltura, forse i veri prossimi ministri dell’agricoltura tenuti ad applicare la politica agricola comunitaria. Il progetto di regolamento che dovrebbe essere varato nel 2019 relativamente al sostegno accoppiato, prevede questi settori: cereali, semi oleosi, colture proteiche, legumi da granella, lino, canapa, riso, frutta del guscio, patate, latte e prodotti lattiero-caseari, sementi, carni, olio d’oliva, bachi da seta, foraggi, luppolo, barbabietola, cicoria, canna da zucchero, ortofrutta, boschi cedui a rotazione rapida e altre colture no-food.

Più spazio che in passato dovrebbe essere riservato alla tutela dell’ambiente, alla meteorologia e alle sue conseguenze , agli imprenditori giovani al di sotto dei quarant’anni. Secondo le ultime inchieste, in Italia i giovani ritornati ai campi nel 2017 sono stati 30.000, con la scelta della scuola e della formazione, intorno ai 46.000 con un aumento mai registrato prima del 36% negli istituti tecnici e nelle facoltà universitarie. Di tutto questo la nuova Pac dovrà tenere conto, anche attraverso i bandi dei piani di sviluppo rurale, come ha richiesto Confagricoltura regionale del Piemonte.

Nella foto: Phil Hogan, Comissario all’Agricoltura dell’UE

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