La marcia trionfale di sua maestà il riso che supera la pasta

di Gianfranco Quaglia

Rispetto al marzo 2019 il settore degli alimentari è quello che più di tutti ha guadagnato, con un 9,6 per cento. Colpa o merito del Covid-19, non c’è alcun dubbio. Questi i primi dati che emergono da un’analisi sui consumi in Italia. E qual è il cibo in testa alla classifica? Sorpresa, il riso. Con un balzo record del 47% nelle prime sei settimane dell’emergenza. Il paradosso è che il Coronavirus nello stesso periodo ha frenato bruscamente il commercio mondiale del cereale più consumato del pianeta. Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Verceli Biella con delega al settore risicolo esamina questo fenomeno improvviso: “I grandi produttori del mondo stanno accumulando scorte strategiche. Il Vietnam ha contingentato le esportazioni, il Bangladesh le ha bloccate, così come l’India ha fermato le consegne per l’estero. In Thailandia i prezzi sono saliti al valore massimo dal 2013”. Insomma, un cataclisma generale, ma tutto ciò non è sufficiente a spiegare la corsa alle confezioni di riso nei supermercati. La realtà è che il lockdown ha spinto i consumatori ad antiche abitudini, a riscoprire la buona cucina, al piacere di preparare cibi antichi che necessitano di accuratezza e pazienza: il risotto made in Italy, appunto, che fa tanto famiglia e festa. Ebbene gli acquisti di Carnaroli, Razza 77, Arborio, Roma, hanno superato le confezioni di spaghetti. Un sorpasso mai avvenuto.

Nel frattempo sui mercati internazionali la massiccia impennata della domanda dovuta alla pandemia potrebbe portare a un aumento esponenziale del prezzo del riso grezzo, all’opposto di quanto avviene per il petrolio. Secondo le prime proiezioni all’ingrosso potrebbe crescere di almeno il 19 per cento sino a raggiungere il 52% se i principali paesi esportatori sospendessero le spedizioni.

 

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