La ciliegia che nasce al supermercato. L’ultima frontiera percepita dai bambini

di Gianfranco Quaglia

Il signor Cesare, proprietario della cascina San Maiolo dove i monaci di Cluny nel Medioevo bonificarono i terreni e aprirono all’attività agricola, la racconta così: un giorno una scolaresca è venuta in visita e un bambino, osservando un albero carico di frutti, mi ha chiesto se quelle belle ciliegie le avevo comprate al supermercato e poi appese ai rami. Il signor Cesare, che ha trasformato l’antica abbazia in una fattoria didattica e coltiva riso, un po’ sorpreso e un poco divertito, con tanta pazienza e dedizione ha spiegato allo scolaro e ai suoi compagni come nascono le ciliegie, da dove arrivano e che il supermercato è il terminale di una catena che comincia nei campi. Stupore, interesse, occhi sgranati. Prima di mettere mano a quei frutti maturi, il signor Cesare è riuscito a cogliere l’attenzione dei bambini, forse più di quanto fossero in grado di fare gli insegnanti sui libri di scuola. Una lezione dal vivo, raccontata con naturalezza e semplicità senza ricorrere al rigore scientifico.
Chissà se quei bambini venuti dalla vicina Novara, digiuni non solo di ciliegie ma anche di natura, avranno capito. Certo è che la metafora dei frutti acquistati al market e appesi ai rami fa riflettere sul rapporto esistente tra i nativi digitali, avvezzi a sfiorare lo schermo di un tablet e il miracolo di una ciliegia che matura sull’albero. Più facile coglierla al supermercato e poi collocarla sulla pianta da frutta, rovesciando concetto e filiera creativa e distributiva.
Dall’azienda agricola dei monaci cluniacensi al programma televisivo «Di Martedì» condotto da Giovanni Floris. Una bambina, cui viene chiesto se è meglio l’uovo oggi della gallina domani, risponde così: «Meglio l’uovo oggi, poi vado dall’animalaio e mi faccio dare la gallina». Nell’immediatezza di quella risposta c’è un’altra chiave per leggere il rapporto generazionale con il mondo contadino e produttivo. Anche qui, come nel caso delle ciliegie, esiste una interpretazione impensabile per il vissuto dei genitori o dei nonni di quella bambina. Che avrebbero certamente risposto in modo diverso, pensando di farsi regalare un pulcino per allevarlo e produrre più di un uovo. Ma oggi, dietro l’angolo c’è sempre un animalaio che sforna galline o qualche ciliegia in vendita al supermercato.

You must be logged in to post a comment Login