Il riso si tinge di rosa. Buone le previsioni e Bruxelles meno miope

di Gianfranco Quaglia

Il riso è rosa. Non è un gioco di parole e neppure una nuova varietà pigmentata (dopo quelle nere, rosse, viola, arancio). Questa volta si parla di prospettive e a definire questa condizione è Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi, che alla vigilia dell’imminente campagna di raccolta, traccia il quadro: “All’inizio di quest’anno eravamo preoccupati, ora invece in base alle rimanenze nei magazzini e alla diminuizione della superficie coltivata le previsioni appaiono più rosee sul mercato. Non dovrrebbero esserci eccessive preoccupoazioni, anche se sullo sfondo rimangono problemi legati alla disgregazione del nostro comparto che non riesce a organizzarsi”.

Dunque meno “riso amaro”, più consapevolezza di una realtà mutata, merito anche della forte pressione che Ente Risi e tutta la filiera hanno esercitato su Bruxelles per sensibilizzare la Commissione a intervenire sulle importazioni a dazio zero dai Paesi Meno Avanzati. La missione non è ancora compiuta, ma qualche passo importante è stato compiuto: la miopia totale di due anni fa ha lasciato il posto alla consapevolezza della Commissione di trovarsi di fronte a un problema reale. Insomma, Bruxelles avrebbe aperto gli occhi e ammesso che la situazione va sanata, anche alla luce delle ispezioni condotte nelle aziende risicole italiane dopo che il comparto aveva chiesto l’applicazione della clausola di salvaguardia.

A questo atteggiamento mutato si accompagna anche il cambio di passo relativo alla promozione. Il via libera è venuto dal Ministero Economia e Finanza sull’interpetazione della norma restrittiva imposta dalla spending review che impediva di spendere oltre le 10 mila euro l’anno: è infatti possibile sforare quella soglia se si tratta di diffondere messaggi informativi. E a tale proposito il cda dell’Ente ha già deliberato di avviare una campagna di divulgazione informativa da qui al 2021. Sul fronte della conoscenza a Bruxelles si stanno percorrendo anche altre strade parallele, sempre finalizzate a diffondere il riso fra i consumatori, con progetti finanziati per l’80 per cento dalla Commissione e per il 20% dal soggetto giuridico beneficiario, in questo caso l’Ente Risi. Infine la Commissione sta discutendo per dare al settore riso di tutta Europa un ulteriore budget di tre milioni di euro per la promozione del prodotto.

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