Il riso? cambogiano. L’olio? tunisino. Le arance? sudafricane

di Gianfranco Quaglia

L’Europa agricola sta cambiando volto sottotraccia (ma neppure troppo) e pochi, tranne gli addetti ai lavori, si stanno rendendo conto del repentino mutamento, che potrebbe avere ripercussioni sull’anello finale della catena, cioè i consumatori. In questa settimana alcune novità hanno scosso il mondo agricolo, a cominciare dal perfezionamento dell’accordo Monsanto-Bayer. Il colosso tedesco è diventato proprietario della multinazionale americana, leader nel mondo di agrofarmaci e sementi, anche Ogm. Come dire: un orientamento molto preciso, che potrebbe cambiare la storia degli organismi geneticamente modificati in Europa. Intanto, sempre nell’area Ue, si stanno concretizzando altre decisioni che non gioveranno certamente al Made in Italy. Dopo olio tunisino, fragole egiziane,  pomodori marocchini, riso cambogiano, tutti prodotti che da anni arrivano nell’area comunitaria a dazi agevolati o addirittura duty free, ecco che avanza una valanga di arance. Alberto Cirio, membro della Commissione agricoltura al Parlamento europeo, lancia l’allarme: “Non è servito dare battaglia a Strasburgo contro l’ennesima invasione di prodotti agricoli stranieri. Ora è la volta delle arance sudafricane, il cui libero accesso su tutto il territorio nazionale è già consentito dal primo giugno al 15 ottobre. Ma con il nuovo accordo di partenariato tra Ue e Paesi africani l’ingresso verrebbe dilatato fino al 30 novembre, con una progressiva riduzione della tassazione, sino alla completa abolizione nel 2025”.

Non è finita. Mario Guidi, presidente di Confagrficoltura, denuncia altre intese che estendono la validità e l’applicabilità dell’accordo Ue-Marocco al territoriio del Sahara ex spagnolo. <Intese – dice Guidi – che avranno conseguenze rilevantissime per i nostri agricoltori penalizzando i nostri prodotti>. Al contrario dell’Ue che riduce i dazi d’ingresso, gli altri Paesi alzano barriere protettive. A questo proposito Confagricoltura ha analizzato i dati del WTO: i dazi medi applicati dall’Unione Europea sono del 12,2%; in Tunisia il 24,7, in Marocco il 27,4; in India il 33,4, in Turchia il 42,2, in Egitto il 60,6.

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