Il modello israeliano che potrebbe salvare la risaia senz’acqua

di Gianfranco Quaglia

Alla ricerca dell’acqua perduta. Ma anche di quella che non c’è. E di quella che si potrebbe ottenere se ci fosse una programmazione. Un sistema collaudato riconducibile al “Modello Israele”, paese campione di aridità e di “problem solving”, analisi e risoluzione dei problemi. Non è utopia, neppure per la risaia.

La conferma è arrivata dal convegno che la Regione Piemonte ha organizzato a Torino, sulle strategie delle risorse idriche in agricoltura. Una “due giorni” di Stati Generali dell’acqua, con la partecipazione di esperti del settore. Alcuni, proprio da Israele, dove il tema acqua è la chiave di volta dello sviluppo agricolo, politico e socio-economico. Olga Slepner, advisor del direttore generale e dell’Authority delle acque, indica alcune strade da percorrere quando la criticità ci investe, come è accaduto da noi nel 2022 e sta ancora avvenendo. In altre parole: “Noi israeliani abbiamo fatto così”. Tradotto: realizzazione di cinque impianti di desalinizzazione delle acque marine, che forniscono oltre 5 miliardi di metri cubi l’anno di acqua idropotabile destinata alla popolazione e all’agricoltura. Con i prossimi impianti già previsti la disponibilità salirà a 900 milioni di metri cubi. “Nel 2050 – aggiunge – la  desalinizzazione sarà la principale risorsa di Israele. Perché noi vogliamo trasformare tutti gli ostacoli in risorse”. Ancora: il 93 per cento delle acque reflue viene trattato e di questa ulteriore disponibilità l’85% è utilizzato per l’agricoltura. Infine, ma non ultimi, gli invasi che stoccano acqua cui attingere nei momenti più critici. Israele ha cominciato 50 anni fa e quegli impianti, via via potenziati, ora sono in grado di produrre quattro volte tanto.

Un’altra indicazione ci arriva dal professor Uri Shani, scienziato di Tel Aviv, autorità mondiale nel campo dell’irrigazione a goccia (la microirrigazione). A lui si deve la progettazione di numerosi impianti che hanno cambiato il volto dell’agricoltura. Questa tecnica è già stata sperimentata anche in qualche azienda del Vercellese, ma siamo soltanto agli inizi. Di fatto c’è che il sistema Israele, almeno per quanto riguarda l’idea, può fornire suggerimenti e aiuti alla risaia italiana. Soprattutto al Piemonte, come ha detto l’ambasciatore israeliano Alon Bar: “Piemonte e Israele godono di un’amicizia particolare.  Lo scorso anno abbiamo firmato un patto di collaborazione con l’apertura di un ufficio dedicato in Gerusalemme. 

 

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