Il mistero dei “capelli d’angelo” sulle risaie

Il mistero dei “capelli d’angelo” sulle risaie

di ragnatela Silvano Bertini *
Anche quest’anno, come ogni anno in questa stagione, il cielo si è riempito di piccole ragnatele bianche chiamate anche “capelli d’angelo”, che veleggiano a lungo per poi posarsi a terra a formare talora un vasto tappeto trasparente.
Su questo fenomeno si sono diffuse le più svariate interpretazioni che vanno dall’attribuzione ai fenomeni Ufo a modelli di bioingegneria per il controllo del clima, a elementi prodotti da aerei in volo, come visibili quali luinghre strisce bianche nel cielo csereno.
Nessuna di queste interpretazioni ha una base tecnica o scientifica e quindi si presta facilmnete a essere disattesa.
Proprio per questa ultima interpretazione di elementi prodotti da aerei in volo è da considerare un sonetto di renato Fucini il quale a fine ‘800 recitava:
“L’omo moderno n’ha ‘nventate tante,
che da ‘nventa’ ‘un li rsta guasi niente,
sarvo che l’omo gravido e ‘r volante
(per volante s’intendeva il mezzo aereo che avrebbe fatto volare l’uomo)
Quindi il mezo aereo, cioè l’aereo che non c’era ancora, ma le ragnatele a fine ottobre cadevano in abbondanza. I contadini toscani le chiamavano “Semente”, era cioè considerato un segnale che rammentava il momento della semina del grano.
In mezzo alle numerose interpretazioni del fenomeno prevale quella più attendibile: si tratta di ragnatele dalle caratteristiche eccezionli per resistenza chiamate “draglie” prodotte dai ragni nelle grandi pianure del Nord Europa e confini, alle quali affidano le loro uova ai fini della diffusione della specie “diffusione anemofila”.
Incontrando l’ambiente idoneo le uova si schiudono riproducendo la specie.
* Presidente Associazione dottori in agraria e forestali di Novara e Verbano Cusio Ossola

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