Il meteorologo: un futuro di grande caldo con rese ridotte anche per il riso

Il meteorologo: un futuro di grande caldo con rese ridotte anche per il riso

di Gianfranco Quaglia

Clima impazzito. Caldo prolungato e anomalo, estati siccitose, bombe d’acqua, uragani che sconvolgono. I mutamenti climatici condizioneranno semrpe di più la nostra esistenza e influiranno anche sull’agricoltura. Lo stanno toccando con mano (e nel portafoglio) anche gli agricoltori italiani che devono fare i conti con le bizzarrie del clima e le conseguenze dirette sulle produzioni: in Italia quest’anno, causa di Lucifero, vendemmia tagliata di un 25-30%, miele dimezzato, tanto per citare alcuni comparti. ui resCon ricadute sui prezzi al consumo.

Per alcuni settori specifici, come il riso, ancora è presto per tirare le somme. La raccolta si è appena iniziata per alcune varietà precoci, con rese giudicate medio-basse. Ma per la stragrande maggioranza dei risicoltori le operazioni cominceranno fra qualche settimana.

I cambiamenti climatici che sovvertono gli andamenti tradizionali cui eravamo abituati saranno una costante e dovremo abituarci. Come dice il meteorologo Flavio Galbiati (TG5 Epson Meteo) intervenuto al convegno “Il riso nell’alimentazione nello sport e nel turismo” che si è svolto a Novarello (Novara), focalizzando la sua relazione sulle variazioni climatiche e le conseguenze nell’agricoltura. Le previsioni parlano di un clima che sarà sempre più caldo dovuto agli effetti del gas serra e per questo ci saranno ripercussioni su agricoltura, foreste, economia. “Prepariamo anche a modifiche delle rese delle coltivazioni – dice Galbiati – rese che subiranno una decurtazione. E in qualche caso si dovrà sostituire le colture. Anticipi delle fioriture saranno all’ordine del giorno, con un aumento delle infestanti, funghi patogeni e rischio d’incendi, come abbiamo già visto durante questa estate in Italia. Insomma una modifica sostanziale del regime pluviometrico: nel 2017 al Nord c’è stato un -35% di piogge, che al centro e in Sardegna ha toccato il -65%”.

Che cosa accadrà per il riso? “I mutamenti riguarderanno soprattutto le zone dove le risaie sono alimentate da acqua piovana, quindi in Asia, ma può accadere che le conseguenze si facciano sentire anche in Italia. Innanzitutto ci sarà una maggiore richiesta di acqua. L’aumento di un grado di temepratura potrebbe ridurre di un 10 per cento la produttività. Le estati italiane si stanno rivelando mediamente di due gradi più calde e di quattro settimane pià lunghe”.

Nella foto: il meteorologo Flavio Galbiati (a destra) al termine del convegno sul riso a Novarello

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