I ragazzi-breeder con il “taglia e cuci” creano il super-riso (photogallery e video)

I ragazzi-breeder con il “taglia e cuci” creano il super-riso (photogallery e video)

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di Gianfranco Quagliasapise1
Sembrano le sequenze di un “taglia e cuci”, ma al posto del tessuto o di un abito da rammendare c’è una spiga di riso. Chini su questo materiale vivente giovani ricercatori nella pianura vercellese. Sono i “breeders” (gli ibridatori) di Sa.Pi.Se. (acronimo di Sardo-Piemontese-Sementi), la cooperativa formata da dieci agricoltori che nel 1978 hanno unito i loro sforzi per promuovere coltivazione e produzione di seme d’eccellenza, dalle risaie del Campidano (In Sardegna) e quelle sul continente. Attuale presidente Elisabetta Falchi (Oristano), vice Claudio Cirio (cascina Falasco di Casalbeltrame, nel Novarese), Carlo Minoia direttore generale.
Un progetto legato alla ricerca d’avanguardia (a Sali Vercellese e Borgovercelli). Qui sono nate varietà uniche, come il Venere e l’Artemide (a pericarpo nero), l’Apollo (il profumato italiano). Altre linee si stanno sperimentando per affrontare le esigenze di mercato, soprattutto per contrastare la concorrenza con eccellenze che valorizzino il Made in Italy. Un laboratorio a cielo aperto di idee, con prove in campo, in serra. Mission principale è il miglioramento genetico, per ottenere linee produttive resistenti alle escursioni termiche e agli attacchi dei patogeni. Per accelerare i programmi di miglioramento genetico e fornire una risposta più rapida alle esigenze Sa.Pi.Se. adotta una contro-stagione invernale in Sud America in modo da ottenere due cicli colturali all’anno. Il sistema consiste nell’esportare i semi raccolti in Italia nel continente sudamericano, coltivare e produrre in loco, riportare il prodotto ricavato nel Vercellese e ricominciare la sperimentazione, abbattendo i tempi e le interruzioni dell’inverno.
Ma il momento più delicato è affidato ai ricercatori, che incrociano le varietà con l’attività di ibridazione, per raggiungere livelli ottimali. In altre parole: il riso del futuro. Oltre alla professionalità e alle competenze agronomiche, necessitano passione e amore, con una infinita pazienza e precisione. Doti di cui non difettano Paolo, Elivio, Alessandro, con Laura Casella, squadra di giovani che dedica gran parte della primavera e dell’estate a “unire” spighe, chicchi, innestare varietà diverse finalizzte al super-riso. Questa squadra, sulla quale Minoia punta molto, è guidata da Laura Casella, che ha maturato esperienze di “breeder” con un’intensa attività di ricerca nel Parco tecnologico di Lodi. Qualche anno fa era stata invitata all’International Rice Congress di Bangkok, assieme ad altri 28 ricercatori da tutto il mondo. Si è specializzata nella lotta alla «Pyricularia grisea», più nota in Italia come «brusone», il patogeno che aggredisce la pianticella del riso e ne provoca la necrosi

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