I pipistrelli fanno bene alla cultura e alla risaia

di Gianfranco Quaglia

L’antica biblioteca Joanina dell’Università di Coimbra, in Portogallo, a pochi chilometri dall’Atlantico, è stata data in custodia ai pipistrelli. Idea stramba, verrebbe da pensare, quella di affidare la cura dei libri antichi ai roditori notturni. Ma non sono loro i divoratori di volumi e cultura: i chirotteri, in questo caso, sono in grado di inghiottire sino a duemila insetti e tarme in una sola notte, quando il gioioso e glorioso ateneo lusitano si svuota dei 22 mila iscritti ed è lasciato in preda alle tenebre. E’ in quelle ore che i minuscoli nemici della carta stampata, cioè insetti e tarme, tentano di nutrirsi del loro nettare preferito. Per contrastare questa voracità e la distruzione di un sapere collocato nella sede dell’Università riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, si ricorre a questi piccoli mammiferi notturni che una certa letteratura e la filmologia hanno assimilato ai vampiri, rendendo loro un disonore rispetto ai benefici apportati. I risultati ottenuti a Coimbra lo confermano: non si tratta di un miracolo, considerato che nella bella città portoghese visse i suoi ultimi anni suor Lucia, la veggente di Fatima. No, le virtù scientifiche dei pipistrelli sono riconosciute anche a duemila chilometri di distanza, nelle risaie del Novarese, dove da un paio d’anni è in atto un progetto sperimentale di lotta integrata con l’utilizzo dei pipistrelli. Ne sa qualcosa Laura Garzoli, la ricercatrice che ha vinto un premio internazionale e sta lavorando con le “bat box”, casette postazioni dei chirotteri: di notte escono dai loro rifugi e vanno a caccia di insetti, riducendo l’impiego di antiparassitari nei campi. Insomma, il vampiro volatile fa bene all’agricoltura e alla cultura.

You must be logged in to post a comment Login