Gino Radice, il “tessitore” tra la risaia e Scalfaro

Gino Radice, il “tessitore” tra la risaia e Scalfaro

di Gianfranco Quaglia

L’estate ci ha portato via un altro amico della risaia e della gente. Gino Radice di Borgolavezzo, l’ultimo Comune a Sud del Novarese ai confini con la Lomellina, se n’è andato a 89 anni. Nel suo paese, circondato dalle risaie e dalle nebbie, era stato sindaco illuminato e appassionato, amministratore con lo sguardo oltre le mura, di quelli che nelle fila della Dc lavoravano per seminare e allargare: il paese d’origine era il suo amore; la valorizzazione del territorio, il traguardo. In questa direzione il suo impegno portò a coinvolgere gli altri amministratori superando i campanilismi, ad attrarre insediamenti industriali senza peraltro stravolgere il dna del territorio, radicato in una risicoltura d’eccellenza come la risaia della Bassa novarese, dove si coltivano antiche varietà. Legato ai valori del passato, sapeva farne tesoro per promuovere la terra dove era cresciuto esaltando gli spunti storici, come il “Regnum Bulgaricum” di cui – sosteneva – Borgolavezaro era stata in secoli lontani capitale. Ma era pronto anche a passare il testimone, quando avvertiva il senso di innovare e rinnovarsi, come fece con Gianluigi Lovati, suo successore per tanti anni alla guida del Comune. Tuttavia non venne mai meno all’impegno di amministratrore, allargò il raggio d’azione sempre a favore del territorio, assumendo l’incarico di assessore provinciale all’agricoltura, caccia e pesca. Conosceva bene quel mondo, lui che aveva lavorato a lungo all’ufficio Provinciale del Lavoro dove aveva conosciuto da vicino i braccianti, le mondine, i loro problemi.

Ma Gino è stato soprattutto un tessitore, colui che tenne sempre forte e alto il legame con uno dei Padri della Repubblica e della Costituzione, Oscar Luigi Scalfaro, poi diventato Capo dello Stato. Fedelissimo dell’esponente dello Scudo Crociato, era convinto – anche quando qualcuno lo irrideva – delle potenzialità di quel democristiano con il distintivo dell’Azione Cattolica all’occhiello tanto da profetizzare, quando ancora era appena sottosegretario, che sarebbe salito al Colle. Coltivò quella devozione anno dopo anno, mantenendo con il politico novarese un rapporto stretto, ricco di telefonate, lettere personali, coinvolgendolo in un legame indissolubile con Borgolavezzaro. Nominato cittadino onorario, Scalfaro non mancò mai di onorare quell’amicizia prima, durante e dopo il settennato. Le sue visite, immancabili e puntuali, ogni anno, nel locale che più tardi sarebbe stata battezzata “Trattoria del Presidente”. In quelle tavolate, dove si alternavano ricordi a battute, declamazioni e confronti, la regia era sempre di Gino Radice, per omaggiare con il Presidente della Repubblica anche lo staff del Quirinale e le massime istituzioni provinciali. Questo il suo obiettivo: gettare un ponte tra la politica e la realtà del territorio, in una sorta di ringraziamento per i servitori dello Stato e al tempo stesso un richiamo a chi deve amministrare e avere a cuore le sorti dei cittadini. Davanti a un piatto di asparagi e al risotto, la tradizione, con le stesse modalità, è stata poi continuata dai successori di Gino.

Nella foto storica (di Mario Finotti) un’immagine del 1992: la visita del Presidente della Repubblica a Borgolavezzaro pochi mesi dopo la sua elezione. Gino Radice è il secondo da destra; accanto l’allora sindaco Gianluigi Lovati, Scalfaro e il sen. Lucio Benaglia

radicestorico

You must be logged in to post a comment Login