Fitofarmaci in risaia: torna la polemica su uso e limiti

Fitofarmaci in risaia: torna la polemica su uso e limiti

di Enrico Villarisaiaprimavera

Il sondaggio, ogni anno predisposto dall’Ente Risi, è già partito. E il primo appello ai produttori è stato sollecitato, scadenza domenica 15 gennaio scorso. Come negli anni precedenti, attraverso una schedaInternet, si punterà a stabilire secondo le decisioni dei risicoltori come, tra marzo e maggio, saranno le semine che sicuramente influenzeranno la prossima campagna 2015. Come in passato conteranno gli andamenti di mercato in relazione alle varietà di tondi (buone), medi (rassicuranti), lunghi A (discrete), lunghi B (scarse). Nella scorsa campagna, come ha confermato la relazione dell’Ente Risi al Ministero delle Politiche Agricole del 17 dicembre scorso, la contrazione generale delle superfici delle risaie è stata dell’1,63%: ettari 216.019 su ettari 219.000 circa.

Importante, nei mesi a cavallo del dicembre 2014 e il primo bimestre 2015, è l’acquisto del seme che dalla primavera all’estate di quest’anno si trasformerà in riso di qualità. Le case che producono semente selezionata, frequentemente con esportazioni rilevanti nell’Europa Comunitaria e nel bacino del Mediterraneo hanno formulato un altro appello: rifornitevi per tempo di seme selezionato e controllato, scegliendo le varietà più idonee, decisi a scartare le varietà “taroccate” o “fatte in casa” nell’intento di risparmiare nelle spese di approvvigionamento. E L’Ente Risi nella sua relazione al Ministero ha attratto l’attenzione sul reimpiego del seme aziendale. Esso deve essere ineccepibile qualitativamente. In caso contrario, trasferirà nei campi le patologie vegetali e animali dell’anno precedente, costringendo ad aumentare i consumi di fitofarmaci o di pesticidi, come li chiama all’inglese la pubblicistica insistente del momento.

L’argomento dei fitofarmaci, connesso ai loro effetti inquinanti con azioni sull’ambiente e sugli utilizzatori, in primis gli agricoltori, nelle prime settimane di quest’anno è diventato di martellante attualità. Convegni e incontri sono indetti un po’ovunque, incominciando da Vercelli e Novara, aree territoriali dove da più parti si insisterebbe sulla presunta forte pericolosità dei fitofarmaci. Il programma televisivo Report, sostenendo di fatto che per il riso non esiste il biologico utilizzando senza variazioni dosi rilevanti di fitofarmaci, ha aumentato a dismisura l’attenzione dei mass-media che, a loro volta, per l’opinione pubblica sono diventate uno degli argomenti del giorno.

Ma anche nell’ambito agricolo, che al momento dei fitofarmaci non può rinunciare rischiando diversamente il sostanziale ridimensionamento della risicoltura con danni economici ugualmente sostanziali, l’attenzione si sta moltiplicando. I tempi di Augusto Maratelli e degli altri selezionatori empirici che fondavanoil loro lavoro anche su stuoli di mondariso non esistono più. Di conseguenza, è in gioco la salute prima di tutto dei risicoltori cosicché Confagricoltura di Vercelli e di Biella, presieduta da Paolo Carrà, che è anche presidente dell’Ente Risi, per gennaio e febbraio ha indetto due seminari riservati ai risicoltori sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e sugli organismi geneticamente modificati. Nei giorni scorsi il Parlamento UE di Strasburgo ha affrontato il tema degli Ogm con questa decisione salomonica: ogni stato membro può regolare la materia come meglio crede. In effetti, almeno per ora, gli Ogm particolarmente importanti per il mais, in Italia non avranno corso libero. Dunque, fitofarmaci e organismi geneticamente modificati saranno un aspetto assai dolente per la campagna agricola 2015 per il riso, ma anche per il mais. Infatti alcune compagini politiche nazionali, come per esempio il Movimento 5 Stelle, hanno chiesto una legge nazionale che anche autorizzi i sindaci a limitare grandemente l’uso di fitofarmaci con influenze negative sulle acque di superficie e di profondità come, fra l’altro, anche accertato nel suo ultimo controllo generale dall’Ispra.

L’Ente Risi e Massimo Biloni, direttore generale della sementiera Sa.Pi.Se, dal canto loro hanno attivato iniziative che, combattendo il fungo che causa il brusone sul riso, dovrebbe ridurre in risaia l’utilizzo del triciclazolo, già limitato a 120 giorni ogni primavera perché considerato pericoloso. Il prossimo anno infatti l’Ente Risi estenderà una già efficiente rete di rilevazione e di intervento contro il brusone anche inLomellina. Massimo Biloni con l’università olandese di Wageninegen ha messo a punto un modello matematico sulle crisi in campo della malattiache già nel 2015 dovrebbe dare due risultati: il contenimento sul riso delle aggressioni di brusone, e il risparmio di triciclazolo appunto considerato inquinante.

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