Fenomeno e Limperatore, i risi italiani che piacciono a Putin

Fenomeno e Limperatore, i risi italiani che piacciono a Putin

di Gianfranco Quaglia

Riso nella lingua madre russa si prounicia «ris», esattamente come in SAM_1139dialetto novarese. Lo sa bene Daniele Borando (foto) della cascina Burlotta di San Pietro Mosezzo (Novara) che coltiva riso da seme pregiato e lo vende ai russi, con i quali ha stabilito subito un rapporto empatico. Ma non è l’assonanza linguistica a facilitare il legame con i «buyer» di Putin. Gli oligarchi russi del mercato cerealicolo puntano su produzioni di alta qualità, come appunto lo sono i risi coltivati a pochi chilometri da Novara, nei terreni della cascina Burlotta, dove la risaia è di data antica (1600). Daniele Borando, appassionato risicoltore novarese, ha scelto di dedicarsi al riso da seme a partire dal 1997, allargando il raggio d’azione all’estero, soprattutto nell’Est europeo dove la tipicità del cereale Made in Italy è molto ricercata. E così sono nati i contatti con gli importatori che hanno messo gli occhi su questa azienda per soddisfare le esigenze dei mercati locali.

Borando, dando impulso alla ricerca, ha trovato risposte alle richieste di quei consumatori. Una varietà particolarmente apprezzata dai russi è «Limperatore» (registrata proprio così, senza apostrofo), pianta a taglia bassa con granello tipo medio cristallino, con buona resistenza alle malattie; oppure il «Fenomeno», granello lungo A da parboiled, precoce, sempre taglia bassa, granello cristallino e affusolato. Le altre due varietà dell’azienda sono: «Spillo», considerata una buona alternativa al Selenio, ricercato anche nella cucina orientale; infine il «Karbor», con un’alta percentuale di amilosio, adatto ai risotti, taglia bassa e resistenza alle malattie, alternativa al classico Carnaroli.

I russi hanno scelto di acquistare queste sementi pregiate, per replicare la produzione in buona parte nella regione di Krasnodar. Sanzioni e embargo non riguardano il riso, quindi fra pochi giorni i rappresentanti di centri di commercializzazione e produzione saranno ancora nelle risaie di Novara per stipulare altri contratti.

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