Etichettatura per pasta e riso, l’Italia anticipa l’Europa

Etichettatura per pasta e riso, l’Italia anticipa l’Europa

I ministri Martina e Calenda hanno firmato a Roma due decreti che impongono di inserire l’indicazione di origine nelle etichette delle confezioni di riso e grano per la pasta.

I provvedimenti introducono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari.

“È un passo storico – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – che abbiamo deciso di compiere in attesa della piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Puntiamo così a dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare Made in Italy. Con questa decisione l’Italia si pone all’avanguardia in Europa sul fronte dell’etichettatura, come chiave di competitività per tutto il sistema italiano. Chiediamo con ancora più forza oggi all’Unione europea di fare scelte coraggiose, di dare ai cittadini e alle aziende risposte concrete”.

“L’aumento dell’8% delle esportazioni nei primi di cinque mesi del 2017 – ha commentato il ministro Carlo Calenda – dimostra quanto l’Italia guadagna dall’internazionalizzazione.
Per portare più pmi a internazionalizzarsi dobbiamo concludere accordi commerciali come quello con il Canada che rimuovono gli ostacoli e le barriere tariffarie. Ma allo stesso tempo dobbiamo tutelare i consumatori e i lavoratori con regole chiare e trasparenza sui prodotti commercializzati.

“E’ una svolta importantissima, che da tempo chiedevamo e che ora diventa concreta”, commenta l’assessore regionale alla agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero. “Da mesi sosteniamo la necessità dell’etichettatura d’origine obbligatoria, una istanza che abbiamo portato con determinazione su tutti i tavoli locali e nazionali. Ora la decisione ministeriale di anticipare anche il responso dell’Unione europea rende esplicita la necessità e la tempestività di un simile provvedimento”.

“Non sarà forse risolutivo, ma sicuramente é un enorme passo avanti che, insieme alla modernizzazione dei rapporti contrattuali e al rilancio della promozione del nostro riso -temi che ho ribadito anche nelle recenti lettere inviate agli industriali e alla GDO – può segnare una svolta innovativa per il settore risicolo e il rilancio delle nostre produzioni a livello nazionale e internazionale. Su questo non mancherà il forte impegno della Regione Piemonte, anche a sostegno della nostra unica DOP, il riso di Baraggia, una denominazione che oggi è troppo poco utilizzata dai produttori, sulla quale occorre fare un grande investimento in termini culturali e di promozione a ogni livello, che coinvolga anche il territorio da cui proviene. L’etichettatura del riso ci spinge ad accelerare il percorso verso la nuova Indicazione geografica, fortemente richiesta dai produttori”.

“E’ un chiaro di segnale di sostegno alle produzioni agroalimentari del nostro Paese – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – che si distinguono per qualità e sicurezza e che devono puntare sempre più sull’internazionalizzazione, anche attraverso accordi commerciali che rimuovono ostacoli e barriere tariffarie, e con regole chiare e trasparenti.”

“Un passo avanti che raccoglie le richieste che da tempo Coldiretti porta avanti con determinazione per garantire ai consumatori trasparenza e qualità oltre che per valorizzare le produzioni di riso e grano per la pasta Made in Piemonte – spiegano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – L’assenza, infatti, dell’indicazione chiara dell’origine in etichetta non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, oltre ad impedire ai consumatori di sostenere le nostre realtà produttive e l’intera economia del territorio. Con questa decisione, quindi, risultiamo sicuramente all’avanguardia in Europa rispetto al tema dell’etichettatura dei prodotti e diamo una risposta concreta ad oltre il 96% dei consumatori, che nella consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole, ha chiesto che venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti. Per continuare su questa strada – concludono Revelli e Rivarossa – è opportuno che al più presto venga attivata la stessa misura per l’ortofrutta trasformata, dalle conserve ai succhi fino al concentrato di pomodoro, evitando che venga spacciato come Made in Italy quanto importato dall’estero

LE NOVITÀ DEI DECRETI

GRANO/PASTA

Il decreto grano/pasta in particolare prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;
b) Paese di molitura: nome del paese in cui il grano è stato macinato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

RISO

Il provvedimento prevede che sull’etichetta del riso devono essere indicati:
a) “Paese di coltivazione del riso”;
b) “Paese di lavorazione”;
c) “Paese di confezionamento”.

Anche per il riso, se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

ORIGINE VISIBILE IN ETICHETTA

Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.

I provvedimenti prevedono una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende a nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte.

DECRETI IN VIGORE FINO A PIENA ATTUAZIONE REGOLAMENTO UE 1169

I decreti decadranno in caso di piena attuazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011 che prevede i casi in cui debba essere indicato il paese d’origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario utilizzato nella preparazione degli alimenti, subordinandone l’applicazione all’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione, che ad oggi non sono stati ancora emanati.
risopasta

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