Enea e i suoi fratelli. Mitologia e genetica per un riso più forte

di Gianfranco Quaglia

Si chiamava Enea l’eroe della guerra di Troia e fondatore della città di Roma. E si chiama Enea un riso che potrebbe diventare eroico proprio per le sue potenzialità. Lo ha realizzato l’agronomo Eugenio Gentinetta, uno dei genetisti più noti della risicoltura italiana. La pianta battezzata con il nome di uno dei protagonisti della mitologia greca è figlia di Filippo, altra varietà che Gentinetta ha costituito per “Mise” (Milano Sementi), cooperativa facente capo alla famiglia Fedeli. Cuore della Lomellina, pochi chilometri da Vigevano, cascina Tomasina. Qui Gentinetta è andato alla ricerca di un riso che offra garanzie quasi assolute contro gli attacchi di pyricularia, il famigerato brusone, patogeno che quest’anno – favorito dal clima – non ha concesso tregua. Obiettivo raggiunto attraverso pazienti incroci e alla fine è stato partorito Enea, un bel riso ormai pronto da cogliere, in una distesa uniforme dove la mitologia e la storia imperano. Qui, infatti, crescono anche Nemesi, Calliope, Cleopatra. Presentazione ufficiale della novità nei giorni scorsi, organizzata da Mise insieme con Emiliano Artusi di Cerano (Novara), a sua volta imprenditore agricolo e ideatore di un gruppo Facebook unico, Risikultori, che riunisce oltre 700 produttori agricoli delle tre province più vocate (Novara, Vercelli, Pavia). Una piattaforma per scambi in comune di informazioni, confronti, suggerimenti, dibattito. Visita ai campi dimostrativi, ma soprattutto occasione di aggiornamento professionale sulla coltivazione del riso, oltre gli steccati di campanile o gli stereotipi. Presenti risicoltori cosiddetti convenzionali, ma anche bio, come Giuseppe Goio che nella Baraggia vercellese con altri colleghi coltiva riso biologico, praticando la pacciamatura verde sulle orme del pioniere Fulvio Stocchi, nel biodistretto presieduto da Gianpaolo Andrissi.

 

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