Emergenza ungulati in Piemonte, video-denuncia

Emergenza ungulati in Piemonte, video-denuncia

Prati distrutti, mais e grano devastati, danni risarciti agli agricoltori anche dopo oltre 2 anni, 231 incidenti stradali causati dallo scontro con un selvatico nel 2021, situazione faunistica paragonabile all’Italia del 1600, nel “fare caccia” oggi ci sono di mezzo soldi pubblici che vengono messi a disposizione per mantenere i problemi. Questo e molto altro è quanto emerge dall’inchiesta “Ungulati emergenza sul territorio”, presentata da Coldiretti Piemonte, al Cinema Romano a Torino, e realizzata dal giornalista Stefano Rogliatti, che in precedenza aveva già realizzato “Rice to Love” e “Né Tonda né Gentile”.
La presenza incontrollata e sempre maggiore del cinghiale sul territorio piemontese è stimata intorno a 200 mila capi. “Ho incontrato agricoltori che mi raccontano la loro disperazione, ho chiesto a veterinari di spiegarmi le criticità sanitarie, ho ascoltato il racconto di chi ha avuto danni e dolori sulle strade. Molto è stato fatto ma molto non è ancora stato chiarito e definito, ha spiegato Stefano Rogliatti.
“Abbiamo voluto e ideato questa indagine ancor prima che in Piemonte scoppiasse il primo caso di Peste Suina africana, proprio a testimonianza di quanto, già da diverso tempo, stiamo lavorando sulla problematica dei cinghiali, portando alla ribalta tale questione attraverso varie manifestazioni di piazza, segnalazioni e lettere in Regione, oltre a specifiche azioni mediatiche – hanno fatto notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Dalla necessità di una riforma inerente la gestione della caccia e degli Istituti venatori a quella di modificare la normativa europea poiché la peste è dei cinghiali e non dei suini fino alla questione degli indennizzi alle imprese agricole e all’incolumità pubblica. A causa dei cinghiali, sono già stati persi circa 80 mila ettari che, se fossero tutti coltivati a frumento tenero, corrisponderebbero a 600 milioni di kg di pane non prodotto. In Piemonte, ad oggi, dopo 6 mesi dal primo caso di Peste Suina e 3 dalla firma dell’ordinanza regionale che aveva dato il via libera a contenuti innovativi e misure straordinarie, sono stati abbattuti solo poco più di 2000 cinghiali quando l’obiettivo è quello di arrivare almeno a 50 mila. Serve, quindi, necessariamente una proroga di tale ordinanza, almeno fino a fine settembre”.
L’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha stanziato 1,8 milioni di euro come aiuti straordinari rispetto ai danni subiti. “Ma i criteri di pagamento sono riduttivi in quanto non valorizzano le razze suine più pregiate, quelle autoctone e gli allevamenti allo stato brado o semibrado che rappresentano un’elevata fonte di reddito per le imprese che le allevano e che trasformano direttamente le produzioni in pregiate carni e rinomati salumi. Le aziende suinicole in zona rossa vanno risarcite adeguatamente non solo per i suini che hanno dovuto abbattere, ma anche per il mancato reddito che avranno finché non potranno ripristinare l’allevamento, costrette ora al vuoto sanitario”.
L’inchiesta è online sul canale YouTube di Coldiretti Piemonte, per visionarla basta cliccare sul seguente link: https://youtu.be/u4uQ8lRGY9Iungulati

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