Cuochi estremi sul fronte del terremoto

Cuochi estremi sul fronte del terremoto

cuochiCuochi sul fronte del terremoto per dare un aiuto concreto, assistere le popolazioni colpite, i sopravvissuti, le squadre di soccorso. Il Dipartimento Solidarietà Emergenze di FIC-Federazione Italiana Cuochi continua le sue attività nella preparazione e distribuzione dei pasti. Oltre cinquanta professionisti addestrati per affrontare situazioni estreme.

«Io sono molto coinvolto emotivamente anche in maniera personale», racconta Alessandro Circiello. «Amatrice è un luogo ad una cinquantina di chilometri da Roma, dove noi romani andiamo abitualmente in vacanza, anche i miei nonni vivevano da quelle parti, e l’albergo che è crollato era quello dove andavo a mangiare gli spaghetti alla amatriciana con mia nonna. In questi giorni sto ascoltando molte storie drammatiche di persone che conoscevo bene. Le aziende stanno inviando tantissime derrate e ad ora non ci serve altro cibo, ringraziamo tutti coloro che si sono prodigati con grande generosità. Se qualcuno volesse contribuire ulteriormente, stiamo attivando un’Iban della FIC Emergenze, in merito al quale potete trovare tutte le info sul sito, specificando la causale Terremoto Centro Italia».
Roberto Rosati, responsabile nazionale del Dipartimento Solidarietà Emergenze FIC, non riposa da giorni ma è validamente supportato da 50 cuochi della squadra del Dipartimento Solidarietà Emergenze FIC che finora ha preparato circa 3mila pasti. «Quando un cuoco arriva su un campo di accoglienza in allestimento si pensa subito a mettere a regime la cucina e preparare pasti per chi non mangia almeno da 12 ore. La sera finisce con tante camomille che cercano di rilassare i volti di chi ha perso tutto. Solo il giorno dopo, quando all’alba si allestisce la colazione e il sole fa luce sulla terra, ci si rende conto della catastrofe che ci circonda».

Tutti i cuochi del DSE, oltre ad essere dei professionisti, sono stati tutti formati per intervenire in caso di calamità, frequentando i corsi della Protezione Civile. Arrivano sul posto dove i terreni sono accidentati e devono montare le cucine, dormire nei sacchi a pelo e capire come recuperare l’acqua, perciò oltre alla volontà e allo spirito di adattamento, è necessario essere in grado di organizzare operativamente il lavoro.

 

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