Con il drone che comanda più riso e meno fertilizzanti

Con il drone che comanda più riso e meno fertilizzanti

nuovodroneQuanto azoto occorre per incrementare la produzione di un campo di riso? Te lo dice il satellite, anzi il drone. Il piccolo velivolo telecomandato nella fattispecie non è usato come strumento militare ma serve per supportare l’agricoltore che applica la «precision farming», la cosiddetta agricoltura di precisione.
I risultati di alcune sperimentazioni sono stati illustrati nel convegno che si è tenuto a Vercelli, organizzato dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali Vercelli-Biella in collaboraizone con le Università di Torino e Milano e il patrocinio dell’Accademia di agricoltura di Torino. Le tecnologie più avanzate stanno dando un contributo ai coltivatori di uva e di riso. In risicoltura è stato realizzato un esperimento pilota nell’azienda agricola Palestro di Olcenengo (Vecelli), titolare Robertino Sarasso, dove è stata modulata la fertilizzazione azotata su 160 ettari. Il risparmio è di 6 tonnellate di fertilizzante azotato sulle 41 tonnellate normalmente impiegate con la tecnica tradizionale, pari a circa il 14%. Questo ha portato a incrementare da 25 a 40 i chilogrammi di risone prodotto in media per ogni Kg di azoto somministrato. Ma chi decide la dose? Ebbene il satellite o, nello specifico caso, il drone, che dall’alto è in grado di «leggere» le foglie della pianta di riso, stabilendo di quanta fertilizzazione necessità. La tecnolgia usata si basa sui «sensori di vigore», da poco comparsi sul mercato. Il drone trasmette al cervello centrale (un pc), in possesso dell’agricoltore, i dati e la quantità di fertilizzante da aggiungere.
Tutto il complesso sistema è stato llustrato da Giuseppe sarasso, dottore agronomo di Vercelli (Accademia di agricoltura di Torino). Con lui sono intervenuti Francesco Vidotto (Università di Torino), Massimo Lazzari (valutazioni sulla convenienza tecnico-economica delle applicazioni), Savio Landonio (società Arvatec), che ha parlato dei risultati di una sperimentazione eseguita su 40 ettari coltivati a vigneto per la produzione di un noto spumante; Massino Lazzari (Università di Milano). Moderatore Antonio Finassi. (g. f. q.)

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