Computer e caveau d’acqua per vincere l’arsura

Computer e caveau d’acqua per vincere l’arsura

di Enrico Villa

ticinoL’ultimo numero de L’agricoltore (Confagricoltura di Vercelli e di Biella), in diffusione in questi giorni, ammonisce: nella prossima primavera 2016, nei giorni della sommersione delle risaie, potrebbero esserci problemi dovuti alla penuria di acqua. Il periodico, che sta cambiando in meglio l’impostazione grafica, riferisce anche di rilievi dell’Est Sesia di Novara che, con l’Ovest Sesia di Vercelli, governa un vasto comprensorio in Piemonte Orientale e la Lombardia, assai importante per la coltivazione di riso, mais e altre colture primaverili – estive. La causa principale è dovuta allo sconvolgimento meteorologico di cui, a dicembre, si è occupato il convegno di Parigi, conclusosi in questo modo: sul globo la temperatura non deve andare al di là dell’aumento di 2 gradi centigradi perché, altrimenti gli sconvolgimenti sarebbero ancora maggiori e, forse, si dovrebbe rinunciare alle colture anche sotto la forma della asciutta che si sta sperimentando con più di un risultato positivo. La scarsità d’acqua è dovuta alla poca neve nelle Alpi Occidentali dai primi giorni di dicembre, nonché allo scioglimento progressivo dei ghiacciai che, incessante, va avanti da alcuni anni, determinato dall’aumento delle temperature e anche dovuto al massiccio effetto serra e ad altre ragioni collegate.

L’annoso dibattito sugli invasi
In una parte importante del comprensorio irriguo Piemonte – Lombardia, gli esperti insistono sulla necessità di tenere d’occhio il flusso minimo vitale dei fiumi Sesia, Dora Baltea, Ticino, Po che nell’inverno 2015/2016 si sarebbe vistosamente modificato. A questo “fascio” di fiumi si aggiunge il Lago Maggiore nel quale, oltre al Ticino, negli anni di normalità, finiscono le acque di torrenti svizzeri e delle Alpi Occidentali italiane. Quando cala il livello del Lago Maggiore, sempre quotidianamente monitorato dalla Associazione Est Sesia e la situazione rimane deficitaria, per la coltura del riso nelle province di Vercelli, Alessandria, Novara, Pavia, sono guai. E l’apporto minimo indispensabile di acqua irrigua è garantito dal Canale Cavour, che è essenziale, e da canali artificiali minori, addirittura tracciati in epoca medioevale. Tuttavia, senza altre risorse idriche reperite da quanto mette a disposizione la Natura, in futuro non potrebbe più essere così. Negli anni Ottanta, la Gazzetta del Popolo di Torino, coniò uno slogan felice: il problema penuria di risorse d’acqua si risolve con le banche dell’acqua. In Piemonte, in provincia di Cuneo, la teoria delle Banche dell’acqua è stata applicata con la costruzione di piccoli invasi idrici. E lo stesso, a cura del Consorzio di Bonifica della Baraggia Vercellese e Biellese, è stato affrontato con la costruzione delle dighe sulla Ingagna e sul Ravasenella. Ma, anche a causa delle polemiche territoriali e degli investimenti reperibili a stento, è ancora sulla carta il grande invaso sul torrente Sessera, a nord di Biella e di Borgosesia, affluente del fiume Sesia. Nei progetti, la realizzazione della seconda diga sul Sessera (la prima, per usi industriali, fu costruita sessant’ anni fa) reclamata a viva voce dalla risicoltura nazionale dovrebbe avere una altezza allo sbarramento del torrente di 120 metri e una larghezza di 285 metri che comporterebbe 230 mila metri cubi di materiale inerte da costruzione. Le associazioni locali, diventare ancor più importanti dopo il progetto della seconda diga sul torrente Sessera, si oppongono alla costruzione del grande manufatto. Osservano: non per far mancare acqua alla riscoltura del comprensorio di bonifica della Baraggia, ma perché ne risulterebbe un irreparabile sconvolgimento dell’intera area del Sessera fino a Borgosesia. Per motivi identici è stato bocciato sul nascere il progetto di una diga sul torrente Mastellone, ugualmente affluente del fiume Sesia.
Intanto, il grande ghiacciaio del Sesia, che a 2500 metri di altitudine alimenta il fiume, si sta vistosamente contraendo tanto che – lo affermano i valligiani – nei prossimi anni potrebbe anche morire.

Squilibrio orografico
A quel punto gli squilibri nella intera area orografica diventerebbero evidenti con conseguenze negative anche per le coltivazioni e la biodiversità nella sottostante pianura. Conseguenze analoghe, senza seri interventi, si verificherebbero per gli altri fiumi e torrenti i quali assicurano l’equilibrio soddisfacente della più importante area risicola europea. Una quarantina di anni fa – nel 1981, per la precisione – il problema della periodica carenza d’acqua era già presente. E Lorenzo Allavena, ordinario di idraulica all’Università di Torino, avviò studi per il risparmio idrico nelle coltivazioni. L’apporto di ricerca venne anche da due personaggi storici della risicoltura europea: Antonio Tinarelli e Antonio Finassi. Le loro ricerche divennero gli ultimi capitoli di un volume edito dal Consorzio della Baraggia Vercellese e Biellese nel trentennio della sua istituzione. Questo il titolo del volume: Verso l’Europa con il computer. Più che mai oggi i computer e le banche dell’acqua sono importanti per contrastare le penurie idriche agricole e civili molto temute in questo scorcio di inverno.

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