Coltivare curiosità e sogni: la ricetta per il buon cibo

di Gianfranco Quaglia

“Coltivate curiosità”. Messaggio esplicito e diretto, come sanno fare i giovani
appartenenti alla Generazione Z (o Centennials, Digitarians, Zoomers). Giada
Barbieri di Cameri (NO), laurea in lingue straniere e letteratura moderna, è una di
loro. Ha scelto di fare l’imprenditrice agricola, nell’azienda del padre, “Il lauro”, cereali
ma soprattutto orticoltura con vendita diretta. Non appartiene ai “boomers” e per
questo viene ascoltata, non solo per il suo ruolo di delegata di Coldiretti Giovani
Impresa di Novara e Verbano Cusio Ossola. Così come arrivano dirette, senza
preamboli, le parole di Fabio Tofi, che a soli 23 anni è già alla guida
dell’organizzazione agricola del Novarese-Vco.
Lei nell’orticoltura, lui con lo zafferano a Briga Novarese (5 milioni di bulbi). Esperienze
diverse e parallele. I due modelli di narrazione colpiscono i 400 studenti che hanno
gremito il Teatro San Carlo di Arona (NO), dove Coldiretti, con l’Istituto Fermi della città
lacustre, ha organizzato l’incontro su “Risorsa acqua, cibo & Made in Italy”. Al centro il
presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, chiamato a rispondere alle domande
degli allievi. E con lui Cristina Brizzolari, presidente regionale di Coldiretti Piemonte, altro
racconto di intraprendenza e credibilità partito da lontano, dalla capitale e approdato
nelle risaie del Novarese.
Coltivare le curiosità prima ancora della terra, significa informarsi e formarsi. Conoscere
per scegliere il futuro, anche nei campi e sulla tavola. “Incontri come quello di Arona –
dice Prandini – sono fondamentali per crescere i futuri consumatori, incontrarli significa
far capire loro le potenzialità del mondo agricolo. Ma la tendenza del ritorno alla terra dei
giovani deve essere supportato superando gli ostacoli burocratici che si frappongono
all’insediamento”. E ai nativi digitali Prandini e Brizzolari affidano un compito: con le
vostre potenzialità e strumenti di comunicazione voi potete sfatare falsi miti e fake news,
stereotipi che fanno male al Made in Italy: ad esempio la percezione scondo cui il riso
consuma troppa acqua. Al contrario, la risaia è un serbatoio che alimenta le falde.

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