Carnemolla: la biorisaia con pacciamatura sarà la nostra sfida

Carnemolla: la biorisaia con pacciamatura sarà la nostra sfida

Il riso biologico sarà una delle grandi sfide che FederBio e Assobioplastiche vogliono vincere sul fronte della pacciamatura attraverso l’impiego di bioteli (bioplastiche biodegradabili e compostabili) per il controllo e la riduzione delle infestanti. Lo ha detto Paolo Carnemolla, presidente Federbio, durante la firma del protocollo d’intesa con Assobioplastiche, avvenuto alla Cascina Cuccagna di Milano. Carnamolla è esplecito: “La risaia biologica, concentrata tra Vercelli, Novara ePavia, ha raggiunto i 10 mila ettari. Di questi circa un 10-15 per cento, sono trattati con le bioplastiche. Un inizio che ci incoraggia molto. Noi puntiamo sulla filiera del riso. In attesa che qualcuno si decida a costituire un distretto del biologico, la pacciamatura è una tecnica che consente di eliminare molte contaminazioni. Gli altri due settori su cui puntare sono: il pomodoro e la barbiatola da zucchero. Se si vuole ridurre l’inquinamento questa è la strada, a meno che si voglia tornare alla zappa. Complessivamente il biologico è in aumento: in Italia già due milioni di ettari sono stati convertiti”.

Secondo Marco Versari, pesidente di Assobioplastiche, in risaia l’ettarato potrebe crescere ma a patto che gli agricoltori siano aiutati e incentivati. In che modo? “Ad esempio attraverso sgravi fiscali, a misure insrite nei Programmi di sviluppo rurale. Il biologico rappresenta uno dei molti fuiori all’occhiello dell’agriciltuira itrlaiana, un modello di produzione a basso impatto e anche uno stile di vita scelto da un numero sempre più crescente di persone. E anche l’uso delle bioplastiche è in cointinua ascesa, negli ultimi quattro anni la pacciamatura biodegradabile è aumentata del 50 per cento

L’utilizzo dei teli pacciamanti con biodegradabilità e rinnovabilità certificate costituisce una delle principali innovazioni tecniche utili per la conversione di ampie superfici e colture all’agricoltura biologica. In particolare, per poter perseguire questo obiettivo strategico i bioteli dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo EN 17033, non contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (oltre il 60% dal 2021).

Nella foto: Paolo Carnemolla (a destra), presidente Federbio, con Marco Versari, presidente Assobioplastiche

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