Avvisi ai naviganti – 29 gennaio

Avvisi ai naviganti – 29 gennaio

di Paolo Guttardi

PSR, tempi lunghi per l’approvazione

Da indiscrezioni provenienti da Bruxelles, i Programmi di sviluppo rurale 2014-2020 delle Regioni italiane corrono il rischio di essere approvati non prima del via libera al Bilancio comunitario 2015 previsto per la prossima primavera. In pratica, si rischia di perdere un intero anno di operatività perché lo slittamento dei tempi di approvazione per motivi di contabilità europea si aggiunge al ritardo già accumulato in Italia a seguito della tardiva sottoscrizione dell’Accordo di partenariato con la Ue per l’utilizzo dei fondi europei, avvenuto alla fine di ottobre dello scorso anno. E’ indispensabile, nota, che i Governi europei propongano alla Commissione un’approvazione in via tecnica dei Psr prima della formale approvazione del bilancio europeo. Particolarmente grave è poi la situazione del PSR piemontese, per il quale si attendono le (corpose) osservazioni da parte dei servizi della Commissione non prima della fine del mese di febbraio 2015. Successivamente inizierà il negoziato per definire in maniera condivisa il PSR. Lo slittamento dell’avvio del PSR è particolarmente penalizzante per le aziende che aderiscono alle Misure agroambientali (Misura 214) che, ad oggi, a campagna agraria iniziata da mesi, non sanno se ci sarà o meno la proroga degli impegni.

 Esenzione dall’IMU, ma il veleno  è nella coda

Con il Decreto Legge 24.01.2015 n. 4 (pubblicato sulla G.U. n. 19 del 24.01.2015) è stata disposta, a decorrere dall’anno 2015,  la revisione dei criteri per l’individuazione dei terreni agricoli ricadenti in aree montane e collinari esenti dall’IMU, a norma dell’art. 7, c. 1, lett. h), del D.Lgs. n. 504/92. La revisione si applica anche per l’anno 2014, superando la classificazione su base altimetrica prevista dal D.M. del 28.11.2014. Con lo stesso decreto legge n. 4/2015, al fine di reperire le risorse finanziarie per l’esenzione dell’IMU nei comuni montani, dispone l’abrogazione della deduzione dalla base imponibile IRAP introdotta dall’art. 5, c. 13 e 14 del decreto legge n.91/2014, convertito dalla legge n.116/2014 (meglio noto come decreto #campolibero) . Si tratta della deduzione riconosciuta ai datori di lavoro agricolo per ogni lavoratore agricolo a tempo determinato assunto con contratto di durata triennale per almeno 150 giornate in ciascun periodo di imposta; la deduzione era pari al 50 per cento di quella ordinariamente prevista dall’art. 11, c. 1, lettera a), numeri 2), 3), e 4) del d.lgs. n. 446/97 per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato; nonché   della deduzione dalla base imponibile IRAP appena introdotta dall’art. 1, c. 20, legge 190/2014 (legge di stabilità per l’anno 2015). Si tratta della deduzione integrale del costo del lavoro in favore dei datori di lavoro agricolo che occupano lavoratori agricoli a tempo determinato con contratto di durata triennale per almeno 150 giornate in ciascun periodo di imposta.  Entrambe le misure abrogate non avevano ancora avuto effetti operativi per i datori di lavoro agricolo, dato che la loro entrata in vigore era subordinata ad apposita autorizzazione da parte della Commissione europea, non ancora intervenuta.

Tutela del suolo e aree industriali

La Regione Piemonte ha reso noto che farà una legge per tutelare il suolo agricolo, il paesaggio e l’equilibrio idrogeologico. L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, navigantiha dichiarato che la difesa del suolo agricolo è assolutamente una priorità «visti i danni che decenni di cementificazione hanno prodotto sul nostro territorio» e sottolineato che un apposito provvedimento legislativo provvederà, nei prossimi mesi, alla tutela del suolo sia agricolo sia vergine, in modo che non possa più diventare oggetto di speculazioni edilizie.

Al riguardo è esemplare la vicenda delle aree industriali create con i finanziamenti dei fondi strutturali europei (FESR) e oggi, anche con la complicità della deindustrializzazione, desolatamente vuote: ora si chiede di accedere agli stessi finanziamenti per la loro riqualificazione.

 

 

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