Attenti alla petunia Ogm fuorilegge

Attenti alla petunia Ogm fuorilegge

di Enrico Villa

In Italia le aziende orticole sono circa ottocentomila. Secondo il monitoraggio continuo, con senso commerciale, ma più ancora genetico, molte piante e vegetali non esisterebbero né sarebbero più conservati. Di frequente dalle aziende orticole escono tanti fiori che adornano nelle città i balconi delle nostre case e i giardini che disseminano la Penisola.

Il tutto, che con le ibridazioni o la variazione genetica, tende ad ottenere colori e disegni naturali nuovi, raramente preesistenti in Natura .Così è per le petunie, appartenenti alla famiglia delle solanacee, di origine centroamericana, in particolare il Brasile, che prendono nome dal termine petun (tabacco) delle lingue degli aborigeni e che nel mondo con colori sorprendenti si sono moltiplicate per quaranta specie, dal 1883 quando le petunie furo apprezzate e diffuse ovunque con il gradimento di quanti sono fortunatamente in possesso del pollice verde.

Ma la petunia ha anche un tallone d’Achille. Infatti i “maghi” della genetica che operano nelle aziende orticole o nelle Università nelle istituzioni di ricerca genetica, ha con i metodi degli OGM (Organismi geneticamente modificati) anche prodotto 124 varietà di fiori coloratissimi i quali, però, sarebbero fuorilegge. Nel Duemila, per primo, il Protocollo di Cartagena espulse dal Regno Vegetale cui siamo abituati ad accettare ogni manifestazione, tutte le sospette piante e fiori con caratteristiche di OGM tali da turbare gli equilibri biologici naturali. Come, appunto, le 124 varietà di petunie, figlie degli organismi geneticamente modificati che la Direttiva 2001/18/CE persegue vietando la commercializzazione, poiché non è mai stata richiesta la autorizzazione in base alla modifica genetica degli OGM. Per le 124 varietà interdette di petunie un’unica sorte: la distruzione totale con la prevista sanzione di migliaia di euro per quanti si azzardino a coltivare su balconi e in giardino questi “fiori vietati”. L’elenco degli stessi è reperibile presso il Ministero dell’Ambiente, incaricato di vigilare in relazione all’OGM e di comminare le sanzioni previste degli articoli di legge.

La pubblicazione delle 124 varietà di petunie vietate ha riaperto un dibattito, cavallo di battaglia in Italia e in Europa Comunitaria, di movimenti avversi alla manipolazione della Natura basata su “pezzi” del DNA (n.d.r.: detto così per semplificare una materia complicata). Nel frattempo le coltivazioni geneticamente modificare con la giustificazione che aumenti la resa delle coltivazioni di grano, mais, prodotti orticoli, cereali, anche animali allevati si sono diffuse per 125 milioni di ettari in Asia, Europa, Stati Uniti e, in particolare, riguardanti soia, mais, cotone, ortofrutta. Oggi, gli OGM riguarderebbero l’8% delle coltivazioni nel mondo. E i suoi assertori sostengono che la fame nel mondo si combatterebbe con gli OGM perché consentono di ridurre i fitofarmaci che insidiano uomini e ambiente, predisponendo le piante a resistere anche ai freddi di gennaio nonché agli sbalzi di temperatura sempre più frequenti, e alla ricchezza maggiore delle vitamine come nel caso di varietà di riso in Oriente. La stessa manipolazione genetica sta diventando uno strumento per ottenere petunie ancora più gradevoli alla vista, tanto che i giapponesi hanno protetto con brevetto fiori rari e resistenti al freddo. Il contrasto ambientale e politico fra amministrazioni statali ha poi prodotto situazioni paradossali, vietando la coltivazione di OGM nell’ambito statale come in Italia, però permettendo la libera circolazione degli organismi geneticamente modificati prodotti in altri Stati. Così, al momento, è in Gran Bretagna condizionata da forti controlli statali e imprenditoriali sugli alimenti che anche fecero incorrere in un recente grave errore le Nazioni Unite sulla dieta mediterranea poi corretto, in Danimarca, Svezia, Russia, Ucraina.

Gli scogli sulla via complicata degli OGM che hanno anche condotto alle petunie e al loro divieto per 124 di esse e le discussioni hanno le radici nella storia, cioè 14.000/10.000 anni fa, come nel suo bel saggio Pane e pace, il cibo, il progresso, il sapere nostalgico (1912, Edizione Chiare Lettere) racconta Antonio Pascale funzionario romano del ministero delle Politiche Agricole. Un avvio sui meccanismi degli OGM fu fatto negli anni Trenta dal genetista Nazarene Strampelli per ottenere il grano Carlotta Strampelli e vincere allora la battaglia del grano promossa dal governo Mussolini. Poi nel 1972 con Stanley Norman Cohen (Università di Stanfort) e Herbert Boyer (Università della California) l’utilizzo vero dell’OGM, le verifiche nel 1973 e il criterio di precauzione sul piano scientifico, il conferimento del Nobel per la pace (servendosi degli OGM per combattere la fame) di Norman Bohnlau, la diffusione negli anni Novanta e Duemila delle coltivazioni fondate sugli organismi geneticamente modificati e il DNA che anche riguardano medicina e farmacologia. La petunia, ritornata d’attualità per uno studio più approfondito che la suddivide in quattro famiglie, riguarda anche i suoi nemici come alcuni tipi di microscopiche mosche e gli afidi e le sue lontane origini: il tabacco da cui appunto il nome, la patata, il pomodoro. Forse geneticamente è la conferma come la Natura nei millenni non faccia salti e, alla fine, oltre ai prodotti anche regali colori esaltanti che ci ritroviamo ammirati sui nostri balconi e nei nostri giardini

petunia

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