Arriva dal passato il riso anti-siccità

di Gianfranco Quaglia

Si chiama Prometeo e potrebbe essere il riso del futuro anti-siccità. Filip Haxhari, responsabile del settore miglioramento genetico del Centro Ricerche dell’Ente (con sede a Castello d’Agogna) ha scelto i campi di proprietà dell’istituto agrario Bonfantini di Novara per provare una nuova varietà che ha dato ottimi risultati. 

La siccità 2022 che ha colpito in modo duro rappresentava uno stress-test molto indicativo. Haxhari, con un occhio rivolto al domani ha guardato anche agli anni trascorsi. Come dire: un grande avvenire dietro le spalle. Al centro ricerche dell’Ente Risi disponiamo c’è una banca del germoplasma unico in Europa e tra i pochi al mondo, che conserva oltre 1600 varietà di riso, a cominciare dai primi dell’800 sino ai nostri giorni. Alcune sono ormai obsolete, sostituite da tipi di riso più commerciali e appetiti dai consumatori,. Ma nessuna va dispersa. Anzi, rappresentano gioielli preziosi cui attingere per incroci con nuove varietà in modo da ottenere linee genetiche con caratteristiche adatte alle esigenze.

Haxhari ha scelto il Prometeo, varietà non più coltivata, e l’ha riproposta per la prova in campo. I terreni dell’Istituto agrario novarese si sono dimostrati subito ricettivi, anche sotto il profilo dell’esperimento, perché qui l’acqua non è quasi mai arrivata. Il Prometeo, ormai abbandonato dagli anni ’90, ha reagito bene, perché la pianta sviluppa una massa radicale profonda e non orizzontale. Questo sistema consente alle radici di arrivare in profondità e trovare maggiore umidità. Insomma, potrebe essere il riso che sfida la siccità.

 

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