Alla tenuta Cannona Piemonte protagonista in ricerca

Alla tenuta Cannona Piemonte protagonista in ricerca

 

di Enrico Villaricerca

Nel discorso di fine d’anno all’Italia, Sergio Mattarella ha richiamato con insistenza le attività di ricerca, investimento fondamentale per il nostro Paese e per l’Unione Europea. Il nostro presidente della Repubblica si è anche riferito a due donne che, per la ricerca, sono diventate famose nel mondo: Fabiola Gianotti, dal primo gennaio diventata direttore generale del centro di ricerca Cern di Ginevra e che comunicò alla comunità scientifica l’individuazione del bosone di Higgs, o particella infinitesimale fino a quel momento sfuggita alla analisi dei ricercatori; e Samanta Cristoforetti, ingegnere areonautico diventato astronauta e, – come si ricorderà – cui Donne & Riso nel 2014 hanno conferito un premio annuale.

Donne & Riso e Astrosamantha

Lassù,girando intorno al globo, la Cristoforetti si adattò a nutrirsi in modo speciale, consumando cibi sintetici i quali non possono fare a meno del riso e dei suoi componenti.

Le aderenti a Donne & Riso hanno proseguito nei riconoscimenti formali alla ricerca e ai suoi progetti. Infatti, nel pomeriggio di domenica 17 gennaio al Tetra Civico di Vercelli il premio annuale sarà assegnato alla ricercatrice endocrinologa di Pavia Mariangela Rondanelli. Il contesto della manifestazione – la undicesima della serie – sarà schematizzato dal riso e dalla pasta, con questo obbiettivo generale per la scienza e per i consumatori: la difesa dei due cereali, pilastri della dieta mediterranea. I carboidrati regalati sia dal riso nonché dalle sue tante varietà che dalla pasta aiutano, anche da un punto di vista medico e alimentare, a garantire un cibo sano in tutte le evenienze nutrizionali. E assai interessanti sono gli studi portati avanti da Mariangela Rondanelli e dai suoi collaboratori all’Università di Pavia.

La ricerca come investimento basilare in agricoltura, che deve affrontare il prossimo cinquantennio per garantire cibo e salute alla umanità, è stata nuovamente iscritta all’ordine del giorno dalla regione Piemonte e a livello comunitario con i piani di sviluppo rurale. Fino a poco più di un anno fa, nell’estate 2014, in Piemonte due centrali di ricerca agivano, secondo strategie singole nella ricerca vitivinicola nonché orticola, garantendo anche servizi scientifici: il Creso ( Consorzio per la ricerca applicata all’economia) e la Tenuta Cannona. Il Creso, basato su una formula pubblico-privato, aveva sede a Manta (Cuneo) con diramazioni a Boves e altrove sul più importante territorio agricolo piemontese. Altri Creso, che prendono nome da un personaggio mitologico greco, sono stati attuati nella Pianura Padana con il coinvolgimento anche del Centro di Ricerca sul Riso di Castel d’Agogna (Pavia), fiore all’occhiello dell’Ente Nazionale Risi (commissario governativo Palo Carrà, direttore generale Roberto Magnaghi). Dal 1600 in provincia di Alessandria, su una cinquantina di ettari funzionava la Tenuta Cannona, garantendo ricerca, pubblicazioni sulla vitivinicoltura e servizi di laboratorio per conoscere la terra e non sbagliare nelle colture.

L’esperienza del Creso

Senza l’unione delle forze, due unità di ricerca costavano troppo alla Regione e ad altre entità locali. Nella primavera-estate 2014, Regione Piemonte e Uniocamere piemontese si fecero promotrici di fusione per incorporazione del Creso piemontese e della Tenuta Cannona. E poco più di un anno fa, rogito del notaio Massimo Martinelli di Cuneo, nacque una nuova istituzione di ricerca che con una dotazione complessiva di circa un miliardo di euro e i rispettivi immobili spazia sulla tutela dell’ambiente, sulla orticoltura, assai importante nella regione, e sulla vitivicoltura dove – come è noto – il Piemonte è ai primi posti. La fusione per incorporazione del Creso, con vicissitudini da metà degli anni Novanta, e la Tenuta Cannona sembra coerente con lo spirito e la lettera del nuovo piano di sviluppo rurale, appena approvato dalla Ue, dal ministero delle Politiche Agricole e dalla regione Piemonte (assessore alla agricoltura, l’astigiano Giorgio Ferrero). Infatti, come la ricerca punta sulla qualità delle produzioni anche ottenibili dalle tecnologie avanzate, così la Misura 3 (sottomisura 3.1) punta ai “regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari”. Annotano nel vademecum, predisposto dalla Regione Piemonte, facendo anche riferimento a Dop (origine controllata), Igp (indicazione geografica protetta), Stg ( specialità tradizionale garantita): inducendo gli agricoltori a integrarsi e a dotarsi di regole comuni favorendo processi innovativi nonché sostenendo regimi come il biologico e i sistemi di certificazione ambientali si aiutano a preservare gli ecosistemi e la biodiversità. Senza alleanze strutturali, molta ricerca e servizi tecnico-acientifici come quelli proposti dai vari Creso, lasciando al pubblico-privato alleati la amministrazione trasparente e ai ricercatori le applicazioni scientifiche, tutto ciò sembra impossibile. E il rischio potrebbe essere anche il fallimento dei nuovi piani di sviluppo rurale.

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