Agritate, le tagesmutter Made in Italy

Agritate, le tagesmutter Made in Italy

Sdi Enrico Villa

Nella moderna azienda agricola, specie se condotta dai giovani, senza formazione tecnico-scientifica è difficile conseguire obiettivi. Questa sembra che sia la consapevolezza dei trentenni. Ma se non possiede le cognizioni agrarie, che impongono precise informazioni fisico-chimiche, unite alla preparazione economica e giuridica, l’imprenditore agricolo nuovo, ipotizzato dalla Pac (Politica agricola comune), come affermano gli americani rischia di diventare una anatra zoppa. Infatti, nelle imprese agricole degli anni Duemila il campo d’azione quotidiano è aperto su un ventaglio a 360 gradi: per sfruttare tutte le opportunità, conseguendo un reddito multifunzionale anche in rapporto a quanto offre il territorio. In altri termini, dalla formazione agraria occorre passare ad altro: anche alle nozioni di pedagogia e di psicologia, altrove fondamentali negli ambiti della scuola da riformare, che si consegue negli istituti tecnici agrari, negli altri istituti superiori e all’Università.

Negli anni Sessanta nel Nord Europa, che molto conta per la politica agricola comune, a Bruxelles e al Parlamento di Strasburgo queste premesse teoriche hanno incominciato ad avere valore. E in Francia, Belgio, Finlandia, Gran Bretagna, Polonia, Svizzera, Norvegia nelle imprese agricole, accanto ai tecnici propriamente detti, è lentamente emersa la figura della tagesmutter (mamma di giorno) nell’ambito della struttura aziendale in grado, per reddito aggiuntivo, di offrire un servizio riguardante il proprio territorio di riferimento a bambini fino a tre anni, solitamente riguardanti gli asili nido e le scuole per l’infanzia nei comuni di frequente mancanti. L’obiettivo dichiarato era – anche detto con un adagio popolare – prendere due piccioni con una fava. Cioè, nell’ambito aziendale conseguire, grazie ai bimbi, tutti gli obbiettivi: mensa controllata in base a tabelle dietetiche sottoposte alla vigilanza continua del Servizio Sanitario Nazionale; cibi per i minorenni della fascia infantile a chilometro zero, scartando gli alimenti venuti troppo da lontano; contatto sistematico dei bambini con l’ambito agricolo, già tentato in Italia dalle mille fattorie in città; la scoperta di una realtà dalla quale dipende qualsiasi cibo, che acquisita l’esistenza negli anni dell’infanzia, non si dimentica più. Infatti, l’ambito imprenditoriale e le tagesmutter sono in grado di diventare i maggiori antidoti all’infezione sociale proveniente dalla grande distribuzione, secondo cui latte uova e quant’altro sono generati e provengono dai supermercati. Senza preparazione corretta, nell’età adulta (quella dei consumatori) le lacune culturali di questo genere possono produrre risultati disastrosi.

La figura delle tagesmutter, coincidente anche con un profilo utile per l’occupazione delle giovani donne operanti nella azienda agricola e sul territorio, è stata inventata e messa a punto dai tedeschi, nell’ultimo mezzo secolo diffusasi in diversi stati europei. Nel nostro Paese l’indicazione giuridica e, quindi, l’operatività, furono mutuate dalle istituzioni negli anni Novanta scorsi. E, infatti, la presidenza della Repubblica, il 5 febbraio 1992, con la legge n.204 che demanda le competenze attuative alle regioni, promulgò il dispositivo giuridico soprattutto basato sulle tagesmutter. In ogni impresa agricola che intenda utilizzare la legge n. 204, la struttura dove operi la tagesmutter non deve avere in carico più di cinque bambini in età compresa da tre mesi a tre anni, ovviamente disposta ad osservare tutte le altre disposizioni prescritte dalle amministrazioni regionali. Una delle regioni in grado di dare contenuti alla legge 204, che anche fa riferimento alle misure dei PSR (Piani di sviluppo rurale) è il Piemonte a norma delle misure 321 e 312. Altre regioni che hanno recepito il messaggio sulla legge quadro e sulle tagesmutter, sono quelle centrali e meridionali, in genere operativamente attuate da cooperative sociali. In Piemonte, la consulenza tecnica pedagogico e psicologia delle tagesmutter è data dalla Coltivatori diretti regionale che, fino ad ora ha curato con corsi di 400 ore la formazione delle mamme di giorno anche chiamate agritate le quali – il dato ufficiale è confermato da Antonio De Concilio direttore regionale di Coldiretti – dal 2012 ad oggi hanno fornito 41.300 ore di assistenza ai bambini in 25 organismi aziendali specializzati disseminati nelle province di Cuneo, Torino, Asti, Alessandria, Novara, Biella, Vercelli. Gli imprenditori che hanno aperto le loro aziende alle tagesmutter hanno affrontato investimenti perché la loro azienda anche sia simile ad un asilo nido come quelle a suo tempo già previste dal medico psisopedagogista Maria Montessori. Quello che, fra l’altro, la Montessori teorizzata era, nella dovuto misura, il contato con la realtà degli adolescenti. E’ quello che in funzione sociale ed educativa, oltre che economica, sta facendo la Coldiretti con l’ausilio concreto della Regione Piemonte.

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