Centinaio: Cina più vicina per il nostro riso. E stop alle divisioni industria-agricoltori

Centinaio: Cina più vicina per il nostro riso. E stop alle divisioni industria-agricoltori

di Gianfranco Quaglia

Ministro Gian Marco Centinaio, il riso italiano guarda a nuovi orizzonti e cerca spazi per promuovere il prodotto Made in Italy da risotto fuori dai confini nazionali. Il dossier Cina è da tempo sul tavolo. A che punto siamo?

“E’ un dossier aperto e ben avviato. Proprio ieri ero in conttato con l’ambasciata italiana a Pechino, che sta lavorando in questo senso per superare gli ultimi ostacoli rimasti. Entro fine anno o al massimo all’inzio del 2020 potremmo avviare l’export. Le prospettive sono incoraggianti, mancano soltanto alcuni dettagli. I cinesi vogliono il riso di altissimo livello, appunto quello italiano, e noi siamo in grado di fornirlo. I nostri funzionari stanno lavorando per velocizzare il dossier. Conoscendo la tempistica cinese e le difficoltà che si incontrano su quei mercati se riusciamo a concludere entro il 2019 possiamo dire che avremo fatto più di un miracolo”.

Se si arrivasse a questo traguardo sarebbe una vittoria di tutto il sistema…

“Significa che sta prevalendo una nuova mentalità. Se vogliamno affrontare i mercati internazionali occorre metterci in testa che piccolo non è bello. Non possiamo promuovere il Made in Italy pensando che ciascuno vada per proprio conto: ogni Rgione agisce per se stessa, promuovendo i suoi prodotti, poi arrivano le Province, poi i Consorzi, gli enti camerali. All’estero non si raccapezzano più. Occorre una voce sola. Altra considerazione: l’agroalimentare è l’unico settore che è sempre cresciuto, quello che tiene in piedi la nostra bilancia dei pagamenti”.

Eppure nell’export siamo ancora lontani da altri Paesi europei che non hanno una gamma di prodotti agrozalimentari come l’Italia. Come si spiega?

“E’ vero, noi esportiamo per 42 miliardi di Made in Italy, la Germania con il suo Made in Germany arriva a 60 miliardi, l’Olanda addirittura a 80. Non mi si dica che i Paesi Bassi hanno una potenzialità e una diversità di produzione agroalimentare qualitativa superiore a quwlla italiana. Evidentemente nel nostro sistema c’è qualcosa che non va, dobiamo rivedere il tutto. Con il presidente di Ice stiamo studiando una linea unica di promozione. Tanto per cominciare voglio evitare la contrapposizione tra mondo dell’agricoltura e aziende trasformatrici. E’ ora di dire basta a questa modalità superata. Tutte le aziende hanno un uinico obiettivo: rappresentare il Made in Italy”.

Come si può fare per superare gli steccati anacronistici?

“Per la prima volta al Mipaaft abbiamo creato un tavolo di filiera, ma per filiera intendo agricoltori, trasformatori, distribuzione: tutti i soggetti devono essere rappresentati. Però voglio evitare che i tavoli di confronto diventino come quello sul vino in Lombardia, dove siamo più divisi di prima. Altrimenti io non mi siedo più”.

Le aziende denunciano ancora troppe lentezze e laciuoli dovuti alla burocrazia…

“La burocrazia, prima di ogni altro ostacolo, è il vero male dell’Italia. Poi ci sono le tasse: dobbiamo assolutamente riuscire a ridurle per tutti, imprese innanzitutto. La riduzione deve essere la priorità di questo governo: o si torna a ragionare come nei primi dieci mesi oppure se non è possibile meglio lasciare ad altri”.

Nella foto: il ministro Gian Marco Centinaio, intervenuto all’Assemblea di Confindustria Pavia che si è tenuta nell’azienda Riso Scotti

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